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Cronaca

Sciopero Poste, Uil: «Poca manutenzione dei mezzi dei portalettere»

D'Ilia: «Tra i problemi da risolvere abbiamo per esempio la diminuzione del personale che provoca lunghe attese agli sportelli ma non solo. C'è poi il problema della mancata possibilità di effettuare le procedure di sicurezza»

Lo sciopero delle Poste della regione Emilia Romagna è stato proclamato per l'intera giornata del 18 maggio da Cgil e Uil: ci sarà un presidio davanti alla prefettura dalle 9.30 alle 11. Gli uffici postali sono circa 80 a Piacenza e provincia mentre i centri di recapito una quindicina.

Alla presentazione della manifestazione è intervenuto Maurizio Mori, segretario provinciale Slc Cgil: «Vogliamo evidenziare uno stato di disagio che le Poste vivono da parecchio tempo. Le problematiche si riferiscono per esempio alla sicurezza dei mezzi di lavoro che spesso sono anche obsoleti. Questo fa sì che le Poste non siano completamente efficienti. A questo punto abbiamo deciso di fare un'intera giornata di sciopero. Un'altra cosa che ci preoccupa è il piano strategico: sembra andare verso la privatizzazione di una parte delle Poste stesse. Spesso i portalettere sono anche le sentinelle di un territorio, come per esempio i paesi di montagna. Per questo pensiamo che le funzioni dei postini debbano essere valorizzate. In questa manifestazione mancherà la Cisl: è legittimo che ogni organizzazione decida a cosa aderire. Tuttavia la cosa che ci è dispiaciuta è stata la diffusione di un volantino da parte di Cisl in cui si diceva che questo sciopero era una perdita di tempo: le posizioni diverse vanno sempre rispettate. Noi siamo comunque disponibili a recuperare una situazione che per il momento pare compromessa. Le iniziative ovviamente non si concluderanno il 18 maggio. Vorremo sfatare il mito che dice che i sindacati siano troppo attaccati al passato: noi vogliamo Poste tecnologicamente avanzate ma chiediamo che i cambiamenti vengano effettuati senza stravolgere la situazione precedente». 
«Tra i problemi da risolvere - afferma Antonio D'Ilia, segretario provinciale UilPoste - abbiamo per esempio la diminuzione del personale che provoca lunghe attese agli sportelli ma non solo. Da questo si genera la mancanza delle ferie per i dipendenti. C'è poi il problema della mancata possibilità di effettuare le procedure di sicurezza. Per i portalettere urge affrontare la questione dei mezzi di trasporto che spesso non vengono sottoposti alla manutenzione». 
«Ci sono uffici - spiega Grazia Papamarenghi, componente segreteria regionale UilPoste - che lavorano a volte solo con il direttore che fa lo sportellista. Secondo l'azienda il numero di personale va bene, i mezzi anche, ma allora perché aumentano i giorni per gli infortuni? La cattiva situazione lavorativa è dettata da questa incertezza di chi deve fare cosa, il tipo di comunicazione che parte dai vertici risulta essere impositiva e non propositiva. I lavoratori si sentono pressati dalla clientela ma quando si lamentano con l'azienda non ricevono risposte e addirittura a volte vengono loro fatti richiami da parte di coloro che dovrebbero ascoltarli. Per questo è importante che i dipendenti delle Poste partecipino allo sciopero: ciascun lavoratore ha dignità di persona e i clienti stessi hanno dignità di clienti e quindi devono essere tratti dall'azienda con rispetto».
«Un'azienda intelligente - continua Papamarenghi - lavora insieme alle organizzazione sindacali al fine di migliorare le condizioni dei dipendenti: far lavorare una persona in un ambiente consono è un bene anche per l'azienda. Il servizio postale non funziona a causa dell''organizzazione del lavoro e della mancata applicazione degli accordi sottoscritti con tutte le organizzazione sindacali: il numero del personale è insufficiente. per dirne una: non vengono sostituite le maternità». 
 

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