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Cronaca

L'11 dicembre 8 ore di sciopero nella sanità privata piacentina

Bonetti (Fp-Cgil): «Si approfitta della crisi per proporre contratti peggiorativi in un settore-chiave. In gioco c'è anche la tutela della salute»

Una trattativa che può esser vista come paradigmatica dei rapporti industriali in Italia esistenti oggi. Stiamo parlando del contratto della sanità privata. Scaduto nel 2007, domani al centro dello sciopero nazionale indetto della Fp-Cgil e che riguarderà anche le lavoratrici e i lavoratori delle strutture della sanità privata accreditate a Piacenza: clinica Sant'Antonino, casa di Cura privata Piacenza e la San Giacomo di Pontedellolio.

In Emilia Romagna la sanità privata occupa circa 6.000 lavoratori e lavoratrici in una quarantina di strutture accreditate (case di cura, centri di riabilitazione, presidi ospedalieri) che integrano l'offerta sanitaria del Servizio nazionale. In queste strutture si applicano i contratti nazionali delle associazioni datoriali Aris e Aiop, che però sono bloccati da ormai 5-7 anni, mentre le condizioni di lavoro e di reddito degli addetti peggiorano.

I perché della protesta di 8 ore sono stati illustrati a Piacenza nel corso di una conferenza stampa presso la Camera del Lavoro alla quale hanno partecipato Gaetano Bonetti (segr. organizzativo Fp-Cgil), Melissa Toscani, Stefania Pisaroni e Alessandra Conti che hanno invitato a puntare l'attenzione sui contenuti della mobilitazione più che sui numeri che potrà far registrare.

“I lavoratori della sanità, privata o pubblica, devono garantire i livelli minimi di servizio. E oggi – hanno sottolineato - con i tagli alle strutture accreditate gli organici sono, se non al minimo, poco al di sopra”. Tra le iniziative che verranno messe in campo domani in città e provincia,  la distribuzione di una “Lettera aperta ai pazienti e ai loro familiari” (in allegato) in cui si legge come “le associazioni datoriali stanno approfittando della grave crisi economica per proporre contratti lavorativi altamente peggiorativi”. La Fp Cgil parla di una contrazione dei diritti e di aspetti come “demansionamenti e dequalifiche che guadagnano il centro del contratto rispetto alla qualità del lavoro in un settore-chiave come quello della sanità privata”.

“Il riferimento concreto riguarda la disdetta del contratto collettivo nazionale della sanità privata per le Rsa aderenti Aiop e la firma di un nuovo contratto peggiorativo (marzo 2012) grazie alla complicità di alcuni cosiddetti sindacati “gialli” non rappresentativi. O ancora, la sottoscrizione di un nuovo contratto nazionale per le Rsa e per i Centri di riabilitazione tra l’Associazione Aris e le organizzazioni sindacali Cisl-Fp, Uil-Fp e Ugl che prevede l’aumento degli orari di lavoro a costo zero e una riduzione salariale per i nuovi assunti: in pratica tutti i lavoratori sono tenuti a regalare all’azienda quasi una mensilità all’anno. Nessuno di questi accordi è stato sottoposto al vaglio dei lavoratori da parte dei firmatari; lo ha fatto però la Fp-Cgil per il contratto Aris, con il risultato di un giudizio negativo della maggior parte degli addetti” è stato spiegato ieri.

“C'è qualcosa di infinitamente importante da difendere – ha concluso la Fp Cgil ieri – la tutela della salute come oggi la conosciamo: universale e ad accesso pubblico”.

LA LETTERA AI CITTADINI

Gentile Cittadino,

Vogliamo informarla correttamente dei motivi che hanno costretto la CGIL a proclamare lo sciopero nella giornata del 12 dicembre 2012 per gli operatori della sanità privata che lavorano negli ospedali privati accreditati nel sistema pubblico, come questo. Le associazioni datoriali Aris e Aiop stanno approfttando del momento di grave crisi economica per proporre contratti di lavoro altamente peggiorativi delle condizioni di lavoro. Già da tempo lavoriamo in condizioni di carenza di personale. Queste carenze rischiano di indebolire la qualità dell’assistenza ai cittadini che qui sono ricoverati e mette a rischio anche l’incolumità dei lavoratori di questa azienda. Pensiamo infatti che doppi turni, straordinari, e sovraccarico di lavoro espongano a stress pesantissimo il personale esponendolo a rischi di errori, di deconcentrazione e conseguente rischio per il cittadino assistito. Noi operatori vogliamo lavorare in condizioni adeguate per poter meglio assistere e curare i pazienti, perciò crediamo sia indispensabile avere un sistema di regole certe che non metta in cima alla lista il solo proftto economico e il guadagno dei nostri datori di lavoro. Agiamo i nostri diritti di sciopero per difendere Lei, garantirLe una buona assistenza, e tutelare noi da rischi e pericoli derivati da un modo esasperato di pensare al nostro lavoro. Ci piacerebbe avervi tutti al nostro fanco in questa durissima lotta, a difesa del sistema sanitario, della dignità dei pazienti, dei diritti più elementari dei lavoratori. C'è qualcosa di infnitamente importante da difendere: la tutela della salute come oggi la conosciamo: universale e ad accesso pubblico.

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