Scopre che il figlio 14enne si droga e denuncia gli spacciatori: cinque nei guai
Operazione della squadra mobile di Piacenza, perquisizioni tra Piacenza e Bergamo
E' stato grazie al coraggio di un genitore che accortosi che il figlio adolescente aveva problemi di droga ha denunciato gli spacciatori, è stato possibile per la polizia individuare cinque persone, due italiani e tre stranieri, che sono ora nei guai per spaccio.
Come detto, a rivolgersi alla questura è stato il padre di un 14enne che aveva iniziato a fare uso di hascisc e marijuana, acquistandola da un italiano di 19 anni.
«Il ragazzino non riusciva però a saldare il debito con lo spacciatore - spiega la polizia di Piacenza - ed avanzava insistenti richieste di denaro ai genitori per pagare lo spacciatore. Il padre decideva di approfondire cosa avesse causato il disperato bisogno di soldi del ragazzino e scopriva dalle chat contenute nel suo telefono cellulare il pericoloso giro in cui era finito loro figlio».
A questo punto il caso è finito nelle mani della squadra mobile: gli agenti, dopo aver ascoltato diversi acquirenti, tutti giovanissimi e alcuni minorenni, hanno avuto un quadro chiaro della rete di spaccio che coinvolgeva i cinque che sono stati indagati.
«Nel corso delle indagini - spiega la questura - veniva inoltre individuato il grossista di riferimento del principale indagato, ovvero un cittadino straniero in passato residente a Piacenza ma da tempo trasferitosi a Bergamo.
All’esito delle perquisizioni, proprio quest’ultimo veniva tratto in arresto in flagranza di reato nel capoluogo lombardo dalle Squadre Mobili di Piacenza e Bergamo in quanto trovato in possesso di un buon quantitativo di sostanza stupefacente: complessivamente di 463 grammi di hashish, 212 di marijuana, un bilancino di precisione, materiale da confezionamento e 1700 euro in banconote di vario taglio. Nel corso di un’altra perquisizione, sempre a riscontro dell’attività investigativa svolta, venivano invece sequestrati un bilancino di precisione, denaro e materiale da confezionamento.
Gli indagati sono al vaglio anche della Divisione Anticrimine per l’irrogazione di eventuali misure di prevenzione, al fine di prevenire la commissione di ulteriori reati».