Omicidio Pomarelli, la Corte d'Appello conferma vent'anni di reclusione a Sebastiani
E' arrivata nel pomeriggio la sentenza della corte d'Assise d'appello di Bologna per il processo di secondo grado che vedeva imputato Massimo Sebastiani accusato di aver ucciso Elisa Pomarelli nel 2019 e di averne occultato il corpo per due settimane
E' arrivata nel pomeriggio del 6 luglio, dopo neanche due ore di Camera di consiglio, la sentenza della corte d'Assise d'appello di Bologna per Massimo Sebastiani: il giudice ha confermato la pena di vent'anni di reclusione. Inoltre è stata riconosciuta l'attenuante comune in relazione al reato di distruzione di cadavere che però non influisce sulla pena. Infine è stata ridotta la libertà vigilata da 5 a 3 anni, quando terminerà di scontare la pena. In aula oltre agli avvocati, anche la famiglia della vittima. Sebastiani era accusato di aver ucciso Elisa Pomarelli nel 2019 e di averne occultato il corpo per due settimane. Era accusato di omicidio volontario aggravato dalla minorata difesa e distruzione di cadavere.
«Abbiamo insistito affinché non venisse riconosciuta alcuna riduzione di pena», hanno fatto sapere gli avvocati della famiglia di Elisa, Paolo Lentini e Alida Liardo. «La Corte ha parzialmente accolto il nostro appello composto da cinque punti, concedendone due», ha commentato il legale dell'uomo Mauro Pontini. «La difesa ha chiesto fossimo esclusi come parte civile invece la Corte ha confermato il nostro diritto ad essere risarciti ritenendo evidentemente che l’uccisione di Elisa sia stato un vero e proprio femminicidio, e pertanto il reato commesso contrasta con i fini dell’associazione. Siamo molto soddisfatti come ente: volevamo essere presenti in giudizio al fianco dei famigliari. E qualora verrà recuperato il risarcimento accordato qualunque somma verrà utilizzata per aiutare altre donne ad essere libere di scegliere di chiudere un rapporto senza avere il timore di essere uccise per tale scelta», ha commentato l'avvocato Mara Tutone che rappresentava il Telefono Rosa Piacenza - Associazione "La Città delle Donne.
L'uomo, alle Novate da allora, era stato condannato in rito abbreviato a 20 anni il 19 luglio 2021, il pm ne aveva chiesti invece 24. Ottenne il rito abbreviato per la mancanza di aggravanti che avrebbero previsto l’ergastolo. L’omicidio fu commesso il 25 agosto 2019 nel pollaio dell’operaio a Campo Grande di Carpaneto. Poi l'uomo venne arrestato il 7 settembre a Costa di Sariano di Gropparello. Le indagini furono condotte dai carabinieri e coordinate dal sostituto procuratore Ornella Chicca.