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I profughi si spostano dal comune: hanno passato la notte alla Circoscrizione 2

La protesta dei profughi sgomberati al Ferrhotel arriva in comune durante il consiglio. Carlo Pallavicini chiede al sindaco e all'assemblea di trovare una soluzione per non lasciarli per strada e Dosi risponde: «Non abbiamo le risorse necessarie. Ci hanno abbandonato nella gestione dell'emergenza»

AGGIORNAMENTO ORE 22 - I profughi si spostano e passeranno la notte nei locali della Circoscrizione 2 in via XXIV maggio. La soluzione ovviamente non è definitiva. Con loro sempre il consigliere comunale Carlo Pallavicini.

AGGIORNAMENTO ORE 21 - Una ventina di profughi hanno montato alcune tende sotto il comune. Hanno intenzione di passare lì la notte. Con loro anche il consigliere comunale Carlo Pallavicini.

AGGIORNAMENTO ORE 17.00 - I profughi hanno portato i loro effetti personali nei locali del Prc, poi con il consigliere comunale di Sinistra per Piacenza Carlo Pallavicini si sono recati in municipio durante il consiglio comunale. Pallavicini ha chiesto quindi all'assemblea e al sindaco di fare qualcosa per non lasciarli dormire per strada e a lungo termine per cercare una soluzione. «Questa situazione è il frutto delle scelte del Governo che progressivamente ha abbandonato i comuni nella gestione di questa emergenza che è nata nel 2010 e doveva cessare a fine 2012», risponde Dosi. E ancora: «Successivamente però grazie a una proroga e a un accordo tra istituzioni e privati è stato possibile mantenere una situazione di tranquillità tale per la quale i profughi potessero cercare un lavoro e un'autonomia. Questo si è verificato per tanti ma non per tutti».

I profughi sgomberati in comune ©IlPiacenza

Successivamente fa un po' di chiarezza: «All'inizio si trattava di 80 persone, di queste 70 hanno trovato un aiuto da parenti e amici o sono ritornati nel loro paese. Ne sono rimasti fuori 10, 5 dei quali potrebbero essere inseriti nella rete nazionale Sprar che garantisce assistenza. Solo quindi 5 rimarrebbero fuori da tutto, a questi si sono aggiunte diverse persone che non sono profughi e che hanno occupato le stanze del Ferrhotel».

E conclude: «A Piacenza la situazione è drammatica per tutti, stranieri e italiani, abbiamo strutture come la Caritas e il rifugio Segadelli e altre associazioni con cui collaboriamo, ma adesso non abbiamo le risorse e le forze come ente locale per occuparci di tutte le richieste, e sono tantissime, che ci arrivano ogni giorno. La nostra è la città che ha ospitato il maggior numero di profughi e questo ha creato i problemi che sono noti a tutti». Ora i profughi, aiutati dal Prc, stanno cercando una soluzione per stanotte e per questi giorni.

LO SGOMBERO - «Siamo neri ma siamo umani». Così un profugo parla ai giornalisti poco dopo lo sgombero che ha costretto gli ultimi rifugiati a lasciare le stanze che occupavano al Ferrhotel accanto stazione. Sono una ventina, tutti regolari e con permesso di soggiorno e ora, finiti i soldi e l'emergenza, sono per strada. La polizia, la municipale e i carabinieri hanno effettuato lo sgombero nella mattinata del 1 luglio. Tutto si è svolto in modo pacifico e gli stranieri hanno portato via gli effetti personali, ma adesso non sanno dove andare. Dicono che dormiranno davanti alla struttura e qualcuno cercherà rifugio da amici.

Sgombero dei profughi al Ferrhotel ©Gatti/IlPiacenza

PROFUGHI A PIACENZA: TUTTA LA VICENDA

«Siamo senza niente - aggiungono - vogliamo un altro posto perché non siamo animali, siamo neri ma siamo umani. Nessuno ci ha mai aiutato e abbiamo cercato anche di lavorare, senza risultati». La struttura del Ferrhotel, dopo alcuni controlli, era stata dichiarata inagibile, tuttavia, senza acqua calda, luce e gas, le stanze continuavano a essere occupate, non solo dai profughi ma anche da altri immigrati comunque regolari: «Meglio stare in un posto pericoloso che per strada», concludono.

Entrando nell'edificio si possono vedere le condizioni in cui vivevano: giacigli improvvisati per terra, fornellini da campeggio, panni appesi alle finestre, pezzi di biciclette, decine e decine di scarpe, cibo, candele. La porta di ingresso è stata sbarrata con delle assi.

Solo qualche mese fa il Governo aveva proposto di dare 500 euro a ciascuno dei profughi, un centinaio in tutto quelli nel Piacentino, per lasciare gli ostelli e le strutture dove erano ospitati da due anni. Quasi tutti avevano accettato, dopo un'accesa protesta davanti al municipio in piazza Cavalli. Rimanevano solo quelli dell'hotel in stazione. Adesso anche loro dovranno trovare come e dove vivere.

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