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Cronaca

Si rifiutò di fare l’informatore dei carabinieri, ora vuole tornare in Marocco

Caso Levante, Hicham Hikim è rinchiuso in un centro di permanenza, ma ha trovato il passaporto. Il suo avvocato ha chiesto alla procura il nulla osta per motivi di giustizia ed è in contatto con il consolato

Hicham Hikim vorrebbe tornare in Marocco. Il 34enne, vittima di presunti abusi da parte di alcuni carabinieri della stazione Levante - sarebbe stato picchiato e poi fatto condannare perché non ha collaborato diventando un informatore dei militari - si trova nel Cpr (Centro di permanenza per il rimpatrio) di Gradisca, in Friuli.

L’uomo, assistito dagli avvocati Giovanna Cavaciuti e Barbara Citterio, ha da poco ritrovato il passaporto e si augura di lasciare a breve quel centro dove si vive «in condizioni disumane» sottolinea Citterio.

E’ stata presentata una istanza per la revisione della permanenza, che gli è stata prolungata, perché mancavano il passaporto e i documenti per il rimpatrio. Hikim - intervistato da ilpiacenza.it il 24 luglio - di recente è stato aggredito da un altro ospite del Cpr e ha riportato una ferita a un braccio, ma non avrebbe avuto subito le cure. L’avvocato Citterio, con molta decisione, ha preteso che il suo assistito venisse visitato da un medico e la situazione si è risolta.

Con il ritrovamento del passaporto, per il 34enne si apre ora un spiraglio. Citterio è in contatto con il consolato del Marocco. Quando la parte amministrativa sarà conclusa, Hikim potrebbe lasciare l’Italia. Su di lui pende un’espulsione del Giudice di pace di Piacenza. Il marocchino aveva deciso di sostituire la sanzione penale con l’espulsione, un atto che complica un po’ le cose. Inoltre, gli inquirenti dell’operazione Odysséus potrebbero volerlo sentire ancora. La sua testimonianza è già stata acquisita, nei giorni scorsi, dalla Guardia di finanza di Gorizia, delegata a sentirlo dalla procura di Piacenza. Alla luce dei nuovi interrogatori, però, il 34enne potrebbe essere sentito di nuovo. «Ho chiesto alla procura - spiega Citterio - il nulla osta per poterlo far uscire per motivi di giustizia».

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