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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Sicurezza, Siap: «Dov'è finito il nuovo progetto di controllo del territorio?»

Riceviamo e pubblichiamo una lettera che il segretario generale proviniciale del Siap, scrive al prefetto di Piacenza, Antonino Puglisi per chiedere un incontro. Così Chiaravalloti: «La sicurezza effetto placebo che ti fa star bene ma che non ti cura, messa in opera per ingannare il cittadino, da noi è stata sempre criticata»

Riceviamo e pubblichiamo una lettera che il segretario generale proviniciale del Siap, Sandro Chiaravalloti scrive al prefetto di Piacenza, Antonino Puglisi per chiedere un incontro.

Eccellenza,

Nel 2003, quando a Piacenza venne messo in atto il nuovo controllo del territorio della città, ancora oggi esistente, suddivisa in 4 settori – tre per la polizia e 1 per i carabinieri – con ben 8 poliziotti di quartiere etc, con lampeggianti a go go, servizi straordinari controllo del territorio, dicemmo che quel sistema che a nostro avviso non produceva sicurezza non si poteva reggere allora e che oltre a logorare le risorse presenti, e così è stato, avrebbe logorato le risorse future, e così è!

Eppure bastava poco, bastava fare i conti con quello che si aveva, con le esigenze reali e soprattutto con i mancati investimenti e cercare, come ogni buon padre di famiglia fa, far quadrare i conti e utilizzare le risorse umane e i mezzi nel miglior modo possibile per garantire i servizi da fornire ai cittadini in modo tale  che quello che avevamo poteva durare il più a lungo possibile, lavorando in modo ottimale in ogni settore della sicurezza. Per noi la sicurezza è un insieme di cose e non solo quella sicurezza del controllo del territorio visibile, che è la più importante se fatta bene.

Invece, si continuò a procedere mettendo in crisi il sistema investigativo e burocratico spronando più del dovuto gli operatori delle volanti a produrre numeri non utili alla sicurezza ma alle carriere.

Si era, e si è in parte ancora oggi, incentivati a produrre numeri tanto che, se si fermava un bus pieno di pensionati in villeggiatura e si controllavano i circa 50 occupanti si aveva fatto un buon lavoro,  ma se si controllava per 1 ora un pregiudicato, era stato fatto un pessimo lavoro. Erano i numeri utili e lo sono ancora. Numeri da esibire e pubblicizzare.

Numeri “gonfiati” per essere i primi della classe, mentre la vera sicurezza, dell’investigazione, del vero controllo del territorio e del servizio amministrativo da fornire, andava a farsi benedire.

Un cittadino a nostro avviso è sicuro ottenendo una risposta celere al telefono, un  rilascio del passaporto, un  permesso di soggiorno a regola d’arte, un controllo dei  esercizi pubblici, al controllo dei nostri figli nel territorio virtuale di internet, al codice della strada.

La sicurezza effetto placebo che ti fa star bene ma che non ti cura, messa in opera per ingannare il cittadino, da noi è stata sempre criticata.  Strategie, come dicevo, utili alle carriere tanto che si spremeva la spugna per togliere tutto quello che si poteva spremere fregandosene  del futuro di chi restava, per primi dei cittadini,  e di chi doveva continuare a servire il cittadino sempre più, giustamente, esigente a fronte delle e continue evoluzioni di reati sempre più efferati. Oggi, a fronte delle attuali risorse, da parte della Questura, grazie anche alle pressioni del Siap, pubbliche e non, so che è stato presentato un nuovo progetto del controllo del territorio ma nulla è stato fatto. Dove è finito?

Lo avevamo detto, quel danno fatto nel 2003 aveva aperto una ferita che sarebbe stato difficile richiudere. Quel sistema che ho sempre criticato e che ha prodotto danni stenta a cambiare.  

Noi, del Siap, pur sapendo che si rischiava di non essere compresi, e qualcuno ci ha criticato, dicemmo che per noi, se si poteva, andavano bene  anche 20 volanti, ma stante le risorse e le mancate riforme e i mancati investimenti, chiedevamo  2 volanti fatte bene che tre zoppe utili a numeri e visibilità. E pensi, qualcuno a volte ha pubblicizzato di voler fare anche la quarta forse per prendersi consenso e basta. Arrestate, fate nominativi, fatevi vedere qua, accendete i lampeggianti – anche se in macchina c’era un solo poliziotto.

Sono arrivati 6 nuovi colleghi non ancora del tutto impiegabili, in quanto devono completare il periodo di formazione, ma di strategie utili a ripristinare il sistema e aprire la sezione antidroga della Questura, non vediamo nulla all’orizzonte. Forse non ci occuperemo più di spaccio delle sostanze stupefacenti?

Chiudiamo la Squadra Mobile? Chiediamo riorganizzazione, chiediamo presa di coscienza, chiediamo che, con coraggio, dove si possono usare nuove strategie e recuperare personale siano poste in essere.

Pertanto, signor Prefetto, quale responsabile della Comitato dell’Ordine e sicurezza Pubblica, le chiedo pubblicamente di volermi ricevere per discutere di un piano del controllo del territorio che ci sta logorando e che non si attua più, atteso che i colleghi stanno controllando 3 zone della città con solo 2 volanti - anzi con una e mezza visto che una di queste viene fatta con auto non idonea e non può  effettuare determinati servizi. Pertanto, da tempo a Piacenza una zona viene controllata da una sola pattuglia e tre da 2 creando una disparità di controllo del territorio che riteniamo a questo punto pessima.

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