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Cronaca

Sicurezza, Siulp: «Servono risorse e un coordinamento europeo delle forze di polizia»

Oliviero Pietrarelli, segretario generale provinciale del Siulp: «La mancanza di assegnazioni costanti di personale nella questura piacentina ci ha portato ad avere in pochi anni circa 30 uomini in meno»

«A parlare di sicurezza ci vuole un coraggio da leoni». Lo afferma, in una nota, Oliviero Pietrarelli, segretario generale provinciale del Siulp, primo sindacato dei poliziotti. «Sul sentito tema sicurezza - afferma - in diverse ed importanti provincie della nostra penisola, si continuano a svolgere le pacifiche ma significative manifestazioni di protesta contro il blocco del turnover a danno dei poliziotti con forti ripercussioni sulla sicurezza. Nei giorni scorsi, anche davanti alla prefettura di Forlì Cesena, una cospicua delegazione del Siulp ha reclamato la necessità di dare maggiore sicurezza alle nostre città mediante lo sblocco del turnover che oggi pare sia saldato intorno al 55%: vale a dire che su 100 poliziotti pensionati ne vengono riassunti 50 circa. Con questo dato appare evidente e allarmante constatare che la politica nazionale era e resta povera di contenuti e soluzioni definitive in ordine alla sicurezza dell'Italia. Il nodo critico dell'attuale paese resta ­a mio modesto avviso­ la mentalità politica sicuramente poco europeista, che continua a guardare indietro e non oltre confine, dove quotidianamente osserviamo riflessi di un più alto tenore di sicurezza. Ulteriore appunto va fatto a quella considerevole parte della casta politica italiana, che ancora oggi purtroppo evidenzia retaggi e modus operandi da prima repubblica, con l'aggiunta che, se il politico di ieri era più accorto, oggi non lo è assolutamente, trasmettendo per riflesso ai giovani un modo di fare non corretto, subordinando l'onestà intellettuale, all’arrivismo».

«In analogia a quanto detto, muoviamo osservazioni di vario genere anche a taluni sindacalisti che, a vario titolo, si rendono Oliviero Pietrarelli siulp-2compartecipi nel rallentare la sicurezza pubblica in particolare a Piacenza, facendo un uso bivalente del diritto sindacale ed osteggiando con ogni mezzuccio qualsiasi tipo di iniziativa civica tendente al miglioramento della sicurezza nel territorio piacentino. La nostra critica sul blocco del turnover non è volatile. La mancanza di assegnazioni costanti di personale nella questura piacentina ci ha portato ad avere in pochi anni circa 30 uomini in meno. Detto ciò, passo la palla, collegandomi immediatamente all’attentato di Bruxelles. ­Sento di essere fortemente sommerso dal dolore per le vittime straziate, associandomi al cordoglio delle loro povere famiglie­. L'attentato di Bruxelles, del “ Bataclan” di Parigi, di quello al “Charlie Hebdo” e di altri trascorsi, mostrano la degenerazione di una parte di esseri umani pronti ad uccidersi per uccidere. Nulla a che vedere con la religione. Questo potrebbe essere il risultato di una forte emarginazione razziale, che prende soggetti deboli, senza futuro, lasciati liberi di agire soli o con cellule aggregate. Questi potenziali soggetti andrebbero individuati in coloro che non hanno più nulla da perdere, portando costantemente a compimento reati nei nostri paesi; andrebbero cercati nei ghetti, catturati ed espulsi dai nostri paesi definitivamente ed incondizionatamente. Ed è per questo che faccio appello alla politica sorda, con il monito che non serve associarsi al dolore degli altri se poi chi ha la forza per decidere e reagire si culla sulla speranza, affermando addirittura che l'allarme terrorismo in Italia non è pericolo imminente. Sono convinto che il presidio di poliziotti in giovane età, preparati ed economicamente motivati possono fare la differenza. Nulla da imputare oggi ai questori,  gestiscono risicate risorse umane e ci mettono la faccia. Diciamo di sì ad un coordinamento europeo delle forze di polizia, sì ad un coordinamento di fondi straordinari dell'Europa, determinati per il rafforzamento della pubblica sicurezza su territorio Schengen, sì ad un progetto nazionale mirato a dare ristoro e risorse alla polizia, anche sul territorio di Piacenza». 

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