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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Sistema Emergenza Urgenza a Piacenza: a marzo 6542 chiamate al 118

Il direttore Enrica Rossi e il coordinatore Stefano Nani tracciano un bilancio del difficile mese, durante il quale l’emergenza coronavirus ha duramente impegnato professionisti e volontari del soccorso di Piacenza

A marzo attività più che raddoppiata per il sistema 118 Emergenza Urgenza di PiacenzaUn mese di attività più che raddoppiata per il sistema 118 Emergenza Urgenza di Piacenza. I 31 giorni di marzo sono stati segnati da un carico di lavoro davvero notevole per la rete, che solo progressivamente ad aprile ha potuto rientrare nell’ambito degli standard consueti. Il direttore Enrica Rossi e il coordinatore Stefano Nani tracciano un bilancio del difficile mese, durante il quale l’emergenza coronavirus ha duramente impegnato professionisti e volontari del soccorso di Piacenza.
 

RICHIESTE PIÙ CHE RADDOPPIATE

“Abbiamo raffrontato i dati di marzo 2019 con quelli di quest’anno. Il primo elemento che balza all’occhio è quello quantitativo: siamo passati da 2696 chiamate registrate alla Centrale operativa Emilia ovest per il territorio di Piacenza a 6542”. Non tutte le telefonate hanno comportato l’invio di un mezzo di soccorso. “Anzi, in più di 2mila casi, la gestione della chiamata è stata fatta telefonicamente dalla centrale, segno che molto spesso le persone si sono rivolte al 118 per tutta una serie di problematiche legate al coronavirus che abbiamo potuto gestire anche senza l’intervento diretto di una squadra sul posto”. Il sistema dell’Emergenza urgenza non si è fatto trovare impreparato di fronte alla massiccia richiesta di aiuto telefonico. “Fin dai primi giorni abbiamo potenziato questo aspetto: a Piacenza avevamo un medico e due infermieri, cui la centrale operativa poteva passare le chiamate riferite al nostro territorio”.

SISTEMA 118 POTENZIATO

Il sistema 118 è stato subito potenziato, non solo per quanto riguarda la risposta telefonica. “L’Azienda ha schierato ulteriori due mezzi sulle 24 ore rispetto alla rete standard. Anche la sinergia con le associazioni di volontariato è stata immediatamente rafforzata”. Anpas a marzo è arrivata a mettere a disposizione fino a dieci mezzi in più, Croce Rossa fino a cinque. “Entrambe le associazioni hanno potuto assumere 10 dipendenti grazie a uno specifico accordo economico con l’Ausl, in modo da avere risorse aggiuntive a disposizione del sistema”. Nei momenti più critici, la rete 118 ha potuto contare anche su appoggi ulteriori. “L’Esercito ci ha messo a disposizione ambulanze e personale (infermieri e autisti) per i trasporti, soprattutto quelli di pazienti covid da un ospedale all’altro”. Anche l’Anpas di Modena è venuta in aiuto al sistema piacentino. “Inoltre, abbiamo potuto contare sul coordinamento 118 regionale: i mezzi di tutta l’Emilia Romagna sono stati utilizzati per i trasporti di pazienti nelle terapie intensive di altre province, anche attraverso l’elisoccorso”.
 

16 MARZO: IL GIORNO PIÙ NERO

Dai dati della Centrale operativa Emilia ovest si vede che il giorno “più nero” è stato il 16 marzo, quando le richiesta di interventi sono state 157. “Mediamente, in una giornata – spiegano Rossi e Nani – ne riceviamo circa una settantina”. Addirittura, a metà del mese di marzo, ci sono stati momenti in cui erano impegnati contemporaneamente oltre 20 mezzi per interventi, una situazione mai verificata in precedenza, soprattutto perché ripetuta diverse volte in quelle giornate. Sempre a marzo, i codici gialli sono stati 2119 (1143 nel 2019) e i rossi 680 (514 l’anno precedente).
 

I MASCHI E GLI ANZIANI SONO I PIÙ COLPITI DAL CORONAVIRUS

Anche i dati del 118 confermano quanto emerge dai ricoveri ospedalieri: i maschi sono più colpiti delle femmine dal coronavirus. Nel marzo 2019 i servizi 118 avevano riguardato 1283 donne e 1223 uomini. Nel 2020 si registrano 2667 richieste per maschi e 1770 per femmine. Per quanto riguarda l’età, i codici più gravi (gialli e rossi) di marzo hanno riguardato 190 persone con età superiore a 75 anni, mentre nel 2019 erano stati 58. Anche nella fascia d’età tra i 61 e i 75, i dati sono eloquenti: le richieste sono state 93, a fronte delle 29 dello scorso anno.

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