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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Profughi, Marzocchi: «Per 70 migranti spesi oltre un milione e 800mila euro»

Per la presenza media giornaliera di 70 migranti, profughi libici, a causa della guerra del 2011, al Ferrhotel di Piacenza, tra il mese di aprile 2011 e il 31 dicembre 2012, considerando un importo onnicomprensivo massimo di 46 euro al giorno per persona, sono stati già dispensati un milione e 461.653 euro

Per la presenza media giornaliera di 70 migranti, profughi libici, a causa della guerra del 2011, al Ferrhotel di Piacenza, tra il mese di aprile 2011 e il 31 dicembre 2012, considerando un importo onnicomprensivo massimo di 46 euro al giorno per persona, sono stati già dispensati un milione e 461.653 euro, mentre rimangono da erogare 366 mila e 792 euro, che saranno liquidati quando il Dipartimento nazionale della Protezione civile accrediterà la somma insieme alla rendicontazione del mese di novembre 2012: l’importo totale dovuto si attesta quindi sulla cifra di un milione e 828.445 euro.

Lo ha segnalato l’assessore alle Politiche sociali, Teresa Marzocchi, rispondendo a una interrogazione a risposta immediata presentata dalla consigliera Monica Donini (Fds), che chiedeva l’entità dei finanziamenti destinati e erogati dalla Protezione civile dell’Emilia-Romagna al Ferrhotel per l’accoglienza dei profughi richiedenti asilo. Donini ha ricordato, infatti, che è stato affidato alla Protezione civile il compito di fare fronte a questa “emergenza umanitaria”, che il piano di emergenza prevedeva l’attuazione di percorsi di accoglienza e l’attivazione di percorsi di inserimento professionale e che nelle sedi istituzionali piacentine sarebbe in corso, secondo gli organi di stampa, una discussione su come proseguire l’intervento nei confronti dei rifugiati dopo lo sgombero del Ferrhotel.

La consigliera ha quindi chiesto attraverso quali modalità selettive sia stata scelta questa struttura, quali forme e modalità di verifica dell’utilizzo delle risorse erogate siano state attivate e se risponda al vero l’affermazione fatta dal sindaco piacentino nella seduta del Consiglio comunale dell’8 luglio scorso, che, secondo quanto riportato dalla stampa, avrebbe detto che “in questi due anni non sono stati fatti dei passi per avviare dei percorsi formativi”. Marzocchi, rispondendo al quesito dell’individuazione della struttura di accoglienza, ha sottolineato che questo compito è stato assegnato dalla Cabina di regia regionale a Province e Comuni. Il Ferrhotel sarebbe quindi stato individuato da Comune e Provincia di Piacenza, seguendo standard definiti dal Dipartimento nazionale della Protezione civile. La Protezione civile regionale, inoltre, - ha detto l’assessore riferendosi al tema del corretto utilizzo delle risorse - ha “attivato con ciascun ente gestore una specifica convenzione con la quale sono stati disciplinati gli adempimenti amministrativi e di rendicontazione a carattere mensile”. Oltre agli interventi minimi di base indicati a livello nazionale, vitto, alloggio e prima assistenza, - ha proseguito Marzocchi – la Cabina di regia ha deciso il 20 maggio 2011 di introdurre lo strumento del Patto di accoglienza, attivato con una circolare del 15 luglio 2011, con cui il soggetto gestore si impegnava a garantire una serie di interventi, mentre il beneficiario garantiva una permanenza attiva e partecipativa. Attraverso la sottoscrizione del Patto, - ha aggiunto – gli enti gestori hanno sostenuto spese per l’orientamento, l’assistenza legale, per la mediazione interculturale, per l’accompagnamento ai servizi sociali e sanitari, per la conoscenza della lingua italiana e per interventi di integrazione sociale, tra cui tirocini formativi e/o di orientamento.

La circolare avrebbe introdotto anche l’obbligo per gli enti gestori di inviare una rendicontazione mensile degli interventi e delle spese all’Agenzia regionale della Protezione civile. Per quanto riguarda i percorsi formativi, che la Regione aveva pensato di attivare immediatamente, - ha spiegato poi Marzocchi - il decreto legge 138/2011, e in particolare l’articolo 11, ne ha di fatto bloccato l’attivazione per i richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria. Dopo la sentenza della Corte costituzionale 287 del dicembre 2012 che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di quell’articolo, perché andava a “invadere una competenza regionale residuale”, questo tema torna nelle mani della Regione - ha concluso - e, con la legge sui tirocini, si prevede una tipologia di tirocinio di orientamento e formazione o di inserimento e reinserimento al lavoro anche in favore, tra gli altri, di richiedenti asilo, titolari di protezione internazionale o umanitaria. Donini ha ringraziato per l’articolata risposta, pur constatando che, al di là degli strumenti messi a disposizione, qualcosa nel contesto in questione non ha funzionato ed è quindi necessario approfondire.

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