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Cronaca

«Solidarietà ai colleghi. Chiediamo una giusta tutela»

«Quanto accaduto in queste ultime ore ai danni dei colleghi delle volanti, vittime di oltraggio, resistenza, violenza e minacce, ai i quali va tutta la nostra solidarietà e supporto, è l'ennesima dimostrazione che per poter garantire maggiori tutele agli operatori delle forze dell’ordine vanno inasprite le pene dei suddetti reati in modo tale che ne sia rafforzata l’azione preventiva della sanzione. Chi opera nello svolgimento delle proprie funzioni non agisce nel proprio interesse ma in quello dello Stato perseguendo pertanto in quel momento finalità di interesse pubblico. E per restare nel tema, i colleghi che a causa di questo servizio, così come tanti altri coinvolti in precedenti interventi, abbiano riportato ferite o lesioni, dovranno accollarsi tutte le spese sanitarie sino al riconoscimento della dipendenza della malattia da causa di servizio che oggi avviene in circa 8 anni. Una giusta tutela deve garantirli a poter accedere ai servizi sanitari in regime di esenzione ticket. Il procedimento di riconoscimento della dipendenza della malattia da causa di servizio deve concludersi entro un anno». Scrive Ciro Passavanti, segretario provinciale del sindacato Sap.

«Ma prima ancora non dimentichiamo - prosegue - che servono strumenti idonei: videocamere sulle divise, sulle auto e nelle celle di sicurezza. Le dotazioni di polizia devono costantemente essere adeguate alle nuove tecnologie e con gli strumenti utili per rendere sempre più sicuro ed efficace l’intervento di polizia. Si pensi ad esempio ai guanti anti taglio, ai corpetti protettivi, BolaWrap ecc.. Inoltre si devono poter avere strumenti idonei che consentano di utilizzare l’eventuale forza necessaria per vincere una resistenza o respingere una violenza in virtù del principio di proporzionalità. In proposito vanno introdotti strumenti tipo Taser (ancora sperimentale) o proiettili di gomma. Per tutto questo, riteniamo necessaria l’introduzione di un protocollo operativo che indichi in via preventiva ed in modo chiaro ed inequivocabile quando e con quali modalità possano utilizzarsi le armi e gli altri mezzi di coazione fisica in uso agli operatori della Polizia di Stato (sfollagente, spray urticanti, idranti, Taser, ecc). Delimitando scrupolosamente il campo di legittimità dell’uso di tali strumenti, difatti, evitiamo, da un lato, le criticità derivanti dall’incertezza del poter fare e del non dover fare da parte degli operatori di polizia, e dall’altro, sarà più semplice individuare eventuali contestazioni non fondate a danno di questi ultimi».

«Ciò consentirebbe - conclude - dunque, di aumentare il senso di sicurezza degli uomini in divisa nello svolgimento delle funzioni e garanzie nei confronti di coloro che vengono in contatto delle forze dell'ordine che preventivamente avranno la possibilità di conoscere i limiti da non oltrepassare senza incorrere nella legittima azione dello Stato, tutto ciò con enorme vantaggio per la certezza del diritto e il libero e consapevole esercizio della proprie facoltà. Prendano atto coloro che hanno la responsabilità nei confronti di chi ogni giorno rischia per tutelare la Comunità e far sì che si offrano dovute garanzie a chi indossa la divisa».

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