Sono tornati sul luogo del crimine e sono stati arrestati
Tre lituani sabato notte hanno tentato di introdursi per la seconda volta in due giorni nell'autosalone di Lodigiani a Sant'Antonio. Questa volta ad attenderli hanno trovato i carabinieri, arrestati i 3 giovani, tutti incensurati
La notte prima infatti, nello stesso posto, erano riusciti a scappare prima dell'arrivo delle forze dell'ordine, ma stavolta i carabinieri sono stati più rapidi e soprattutto più furbi. I militari del Norm di Piacenza sospettavano infatti che i malviventi sarebbero tornati per terminare ciò che avevano tentato la notte prima, ovvero rubare alcune "supercar" dal salone.
Si erano già impadroniti delle chiavi di una fiammante Mercedes SL 500 e si sospettava che sarebbero ritornati per rubarla, e così hanno fatto ma all'uscita hanno trovato i carabinieri ad attenderli. Gli arrestati hanno 20, 26 e 27 anni, sono tutti incensurati, e di professione fanno i commercianti d'auto nel loro Paese.
Oggi pomeriggio verranno processati per direttissima in tribunale a Piacenza, e dovranno rispondere di furto, ricettazione e tentato furto. I carabinieri del Radiomobile e dell'Aliquota operativa di Piacenza, dopo la tentata intrusione di venerdì notte, avevano raccolto alcuni elementi che facevano ritenere, con un buon grado di certezza, che i ladri si sarebbero rifatti vivi a breve. E così è stato.
Sabato notte, intorno alle due, è arrivata una Golf (poi risultata noleggiata a Milano) con a bordo i tre stranieri che hanno posteggiato sul retro dell'autosalone piacentino. Nella zona però erano piazzate diverse auto civetta dell'Arma, mentre una gazzella del Radiomobile gravitava nella zona con discrezione.
I carabinieri in borghese hanno visto i tre che, scesi, dall'auto, scavalcavano subito una recinzione che dava all'interno del parco auto di Lodigiani. A questo punto i militari sono intervenuti bloccandoli. Sulla Golf, oltre ad alcuni arnesi da scasso e radio ricetrasmittenti, i carabinieri hanno trovato addirittura un apparecchio satellitare sul quale erano già state evidenziate le posizioni della questura e del comando dei carabinieri di via Beverora.