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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Piazza dei Cavalli

Spaccio sotto le statue equestri, 16 arresti: «Anche marito e moglie tra gli acquirenti»

I dettagli sull'operazione antidroga dei carabinieri di Bobbio. Il procuratore Cappelleri: «Il consumo di cocaina rischia di diffondersi come quello del tabacco. Un professionista piacentino ha perso il lavoro per colpa della droga»

E’ durata un anno l’indagine dei carabinieri del Nucleo operativo di Bobbio che ha portato nei giorni scorsi all’arresto di 16 persone per droga, e che ha sgominato di fatto una capillare rete di spaccio di cocaina e hascisc che raggiungeva ogni angolo di Piacenza. Un’operazione che ha anche confermato come il consumo di polvere bianca sia in vertiginoso aumento nella città. E’ stato lo stesso capo della procura di Piacenza, Salvatore Cappelleri, a sottolinearlo: «Si tratta di una vicenda di notevole rilievo perché a Piacenza il consumo di cocaina sta rischiando di diventare, per diffusione, come quello del tabacco. Nel corso di questa indagine abbiamo documentato centinaia di episodi di spaccio che riguardano, come acquirenti, piacentini di ogni estrazione sociale, disposti anche a spendere 70 o 80 euro per un grammo».
C’era chi la comprava ogni giorno, oppure anche una coppia di coniugi - marito e moglie piacentini - che andavano insieme ad acquistare dal pusher in centro. «In un caso - prosegue Cappelleri - è stato anche bloccato un affermato professionista piacentino la cui professione, che non sveliamo per ragioni di riservatezza, è incompatibile con l’uso di droga. Questo lo ha portato alla perdita del posto di lavoro».

La testa di questa organizzazione è un tunisino appena 20enne, anche lui finito nelle ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip di Piacenza Giuseppe Bersani, ma che allo stato attuale è latitante. «Aveva un’attività frenetica - spiga il tenente dei carabinieri Gianluca Muscatello, comandante della Compagnia di Bobbio - decine di telefonate durante il giorno. Soprattutto ha dimostrato, insieme ai suoi complici, notevoli doti nell'eludere le investigazioni: una scaltrezza che gli permetteva ad esempio di usare un linguaggio criptico al telefono per ordinare i quantitativi di cocaina. Se dicevano “ci vediamo tra 40 minuti” in realtà significava “ho bisogno di 40 grammi”».

I carabinieri sottolineano, oltre alla capillarità della rete di spaccio, anche le modalità astute utilizzate per la consegna delle dosi: un minorenne, loro complice, lanciava le dosi dalla finestra di un’abitazione nella zona di viale Dante, in strada venivano poi subito raccolte dall’acquirente di turno. La zona principale dello spaccio era comunque piazza Cavalli e tutto il centro storico, e le statue del Mochi erano il riferimento per gli incontri con i clienti. Sono 16 in tutto le persone indagate e finite sotto misura cautelare, alcune delle quali però sono ancora latitanti. Degli indagati, 14 sono nordafricani e uno solo italiano.

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