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Cronaca

«E' l'ipocrisia a essere diseducativa non le Drag Queen: qualcuno in Comune è rimasto al Medioevo»

Spettacolo Drag Queen Show cancellato il 16 luglio a Spazio 4.0. Il mondo "arcobaleno" sotto il municipio per manifestare contro la decisione del sindaco

Spettacolo Drag Queen Show cancellato il 16 luglio a Spazio 4.0. Non si ferma l'ondata di polemiche che vede contrapposti inevitabilmente il Comune di Piacenza e il mondo LGBT+, ma non solo. Il sindaco Patrizia Barbieri poco dopo la cancellazione dello spettacolo e in seguito al putiferio che aveva nvaso anche i social circa l'accaduto, aveva fermamente dichiarato: «Se avessimo voluto trovare un pretesto banale per non consentire l'evento avremmo potuto appellarci alla mancata osservanza dei trenta giorni di preavviso necessari per presentare la richiesta: abbiamo scelto, invece, la strada della trasparenza e della coerenza nel motivare il diniego, che non è riferito al Drag Queen Show in sé, ma semplicemente al luogo in cui lo si voleva portare in scena, che continuiamo a ritenere non idoneo». E ancora: «Qualora gli organizzatori volessero riproporre l'appuntamento in un altro contesto, in conformità con tutti gli iter autorizzativi e le misure anti Covid in vigore, ci sarebbe da parte dell'Amministrazione la piena volontà di consentirne la realizzazione».

Sabato 31 luglio davanti a Palazzo Mercanti un centinaio di persone si è riunito per manifestare contro quella decisione e riaffermare con forza «la dignità del mondo Drag e per la libertà di espressione creativa». Ad organizzare l'evento Arcigay Piacenza Lambda. Alcune Drag Queen si sono avvolte in un grande striscione che riportava la parola "censura" e poi l'hanno strappato in mille pezzi. Successivamente hanno preso la parola a turno: «Il mondo Drag è inclusione, accettazione, accoglienza e superamento delle diversità. E' stato quindi educativo censurare uno spettacolo che condanna la discriminazione? - chiedono - e ancora. «Siate liberi di essere ciò che il vostro cuore vi chiede. Tutti hanno il diritto di essere amati e accettati per quello che sono: i giovani lo devono sapere. Sia chiaro che diseducativa è l'ipocrisia, qualcuno in Comune è rimasto al Medioevo».

Drag Queen davanti a Palazzo Mercanti ©Gatti/IlPiacenza

Nella nota ufficiale degli organizzatori si legge:

«E' molto probabile che chi ha promosso questo richiamo sappia poco o niente del mondo LGBT+ e tanto meno sappia esattamente che cosa sia una Drag Queen. Un Drag Show è una performance artistica nella quale i protagonisti vestono abiti tipici di un genere diverso dal proprio e cantano, ballano o si esibiscono creativamente in altro modo. Si tratta di una storica forma espressiva, nata dal desiderio di autodeterminazione proprio, in particolare, delle persone LGBT+ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender), da sempre vittime di repressione. Le critiche di eccesso e volgarità, spesso mosse a questi spettacoli, sono frutto di giudizi superficiali e fuori dal tempo. Quanto può essere grave allora che un'amministrazione comunale si muova per vie ufficiali senza avere la giusta cognizione di ciò che sta facendo ma guidata solo da approssimazioni e pregiudizi? Arcigay Piacenza Lambda ha allora chiesto formali spiegazioni alla Sindaca e all'Assessore Zandonella, mettendo in copia tutti i consiglieri comunali. Vogliamo sapere in base a quali valutazioni ritengano che un Drag Show non sia conforme alle finalità educative di Spazio 4. Ma anche chi credono che sia una Drag Queen e cosa sia per loro l'intrattenimento e l'educazione. Ma soprattutto vorremmo capire cosa significano per loro le parole “libertà di pensiero e di espressione”. Non appena arriverà una risposta dall'Amministrazione ne daremo conto a mezzo stampa».

«Per quanto riguarda il metodo, che l'amministrazione non sia mai stata in sintonia con il nostro punto di vista ci pare evidente, tuttavia mai si era arrivati a una modalità di azione così invadente. Per la prima volta la macchina comunale si è mossa per impedirci di organizzare qualcosa; questa modalità di procedere, evitando a monte qualsiasi tipo di confronto e comprensione dell'altrui punti di vista, ci fa preoccupare e indignare anche per le giustificazioni evanescenti richiamate nella comunicazione. Nei giorni seguenti a quell'evento hanno preso la parola psicologi, pedagogisti, educatori, politici, personalità della società civile e ne è nato un dibattito importante, anche di livello nazionale, sull'importanza della libertà di espressione e sul senso vero della parola educazione. Le Drag Queen e i Drag King vanno rispettati e non demonizzati: il loro messaggio artistico è di accettare la diversità, abbracciandola col sorriso».

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