Uffici costretti a chiudere in procura, la Camera Penale proclama lo stato di agitazione: «Così si lede il diritto di difesa»
Lo ha deciso e comunicato il consiglio direttivo della Camera Penale piacentina con una delibera: «Situazione oggettivamente insostenibile»
Carenza di personale in procura e chiusura di alcuni uffici. Il consiglio direttivo della Camera Penale piacentina ha dichiarato lo stato di agitazione e lo comunica con una delibera nella quale viene ripercorso quanto sta accadendo in via del Consiglio da mesi. Peraltro in agosto è stata decisa giocoforza la chiusura agli utenti del front office e della visualizzazione dei procedimenti (dal 1 al 15 agosto) e la chiusura dell?ufficio del dibattimento e Giudici di Pace (8-26 agosto), questo per garantire le ferie. Si parla - dicono le carte - di una «situazione oggettivamente insostenibile, ancor più per il fatto che le istituzioni, seppur sensibilizzate, sono rimaste sin qui silenti».
La grave situazione era già stata affrontata dal procuratore Grazia Pradella che nei giorni scorsi aveva dichiarato: «Ho scritto alla procura generale (3 volte, nda) che ha fatto da tramite con il Ministero circa le nostre esigenze. Ad ora provo un grande sconforto perché una procura che si trova a lavorare migliaia di fascicoli senza arretrati non può contare su un apparato amministrativo che sia all?altezza di una mole gigantesca di lavoro, e ci troviamo costretti a dare la precedenza solo alle situazioni di massima urgenza». Pradella ha fatto di tutto per tamponare una situazione compromessa: ha emanato infatti un ordine di servizio per inserire nell?organizzazione pensionati delle forze dell?ordine come volontari per due volte e per qualche ora a settimana e ha dovuto impiegare alcuni addetti alla polizia giudiziaria (già in sotto organico) in altri compiti.
Ad oggi quindi i motivi che portano, per ora, al solo stato di agitazione - si legge nella delibera - sono «la gravissima situazione che lede inevitabilmente l?esercizio del diritto di difesa che si esplica anche e soprattutto attraverso la possibilità di accesso ai fascicoli, peraltro la chiusura degli uffici è misura organizzativa ricollegata, nel provvedimento, alla grave carenza del personale amministrativo, situazione già più volte denunciata anche da questa Camera Penale al Ministero competente, come da note del 26 ottobre 2021 e 2 maggio 2022, cadute entrambe nel vuoto».
E ancora: «La chiusura non è risolvibile in alcun modo con l?accesso da remoto ai fascicoli che, oltre ad essere limitato ai soli avvocati iscritti nella fase di sperimentazione, sta rivelando oggettivi e gravi limiti, anch?essi più volte denunciati da questa Camera Penale e in questo contesto è dovere delle Camere Penali vigilare sulla tutela dei diritti dei cittadini, primo fra tutti quello a conoscere gli atti delle indagini penali esercitabile con l?accesso agli uffici giudiziari che siano aperti all?utenza secondo le previsioni a tutela del diritto di difesa».