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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Strasburgo, così è nato il ricorso contro il carcere. Detenuto risarcito con 12.500 euro

L'avvocato Patrizia Rodi ha assistito un 60enne piacentino che era ricorso contro il sovraffollamento e le condizioni critiche: 3 persone in meno di 9 metri quadrati

«Sono soddisfatta anche perché si trattava della sofferenza di una persona. E questo disagio è stato riconosciuto, anche economicamente. Il problema del sovraffollamento è generale ed è un bene che le condanne portino a ottenere risultati capaci di arginare questo fenomeno». Patrizia Rodi è l’avvocato piacentino che ha vinto (ottenendo anche un risarcimento di 12.500 euro) uno dei 1.200 ricorsi pendenti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, assistendo un piacentino che aveva lamentato la grave situazione di disagio, subita quando era detenuto nel carcere delle Novate. La sentenza di Strasburgo l’8 gennaio aveva condannato l’Italia a una multa per le situazioni critiche a Busto Arsizio e Piacenza.

patrizia rodi-2Oggi l’uomo, un 60enne residente in Valnure, è libero. Nell’aprile del 2010, il piacentino, che stava scontando una pena per reati legati allo spaccio, aveva avanzato un reclamo al magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia evidenziando come il sovraffollamento lo aveva costretto a vivere con altre due persone in una cella con uno spazio inferiore a 9 metri quadrati. In agosto, il magistrato aveva accolto il reclamo intimando a ministero della Giustizia, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e provveditore regionale di intervenire per arginare il sovraffollamento. Erano passati mesi e nulla era stato fatto. Il 60enne, battagliero più che mai, aveva così deciso di scrivere anche alla Corte europea dei diritti dell’uomo, a Strasburgo (Francia). I giudici europei avviano la procedura e valutano ammissibile il ricorso.

A questo punto serve un avvocato. Il detenuto, che conosce Patrizia Rodi, gli affida la causa. Il legale sottolinea che il sovraffollamento si è protratto per lunghi periodi e questo si è aggiunto anche il problema della mancanza di acqua calda (argomento più volte sottolineato dai sindacati della polizia penitenziaria). Il ministero della Giustizia, interpellato da Strasburgo, replica cercando di ridimensionare la portata della denuncia. L’azione di Rodi si fonda sulla legge dell’ordinamento penitenziario, la quale recita che i locali per il pernottamento devono essere singoli, salvo emergenze e sulle norme del Cpt, il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e dei trattamenti umani e degradanti. In questo caso, è stato fatto notare come siano previsti almeno 7 metri quadrati a testa e almeno 8 ore fuori dalla cella. Gli atti sono finiti a Strasburgo, il quale li ha rinviati con le osservazioni al ministero della Giustizia e all’avvocato.

Alla fine, la Corte chiede all’avvocato se vuole accogliere la nuova procedura pilota che prevede anche un risarcimento. Rodi accetta e avanza una richiesta per i danni morali subiti dal 60enne. In base al principio della “equa soddisfazione” (previsto dalla Convenzione Ue dei diritti dell’uomo) la Corte assegna 12.500 euro di risarcimento al piacentino.

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