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«Per i marò prigionieri in India uno striscione anche in Provincia»

Presa di posizione unanime di tre esponenti piacentini del Pdl sulla vicenda dei due soldati italiani. Civardi: «Il Comune si impegni in questa vicenda». Bertolini: «Lo striscione in via Garibaldi». Pollastri: «Dispiace per il rifiuto in Regione»

«Occorre un impegno anche degli Enti Locali a forte sostegno dell'azione del Governo Italiano nei confronti del Governo indiano che sta trattenendo due nostri soldati che erano in azione di pace e di difesa di nostri operatori commerciali. Per questo abbiamo presentato atti e risoluzioni in Regione Emilia Romagna, in Provincia di Piacenza e in Comune di Piacenza per ottenere un impegno comune al di là delle contrapposizioni politiche».

Lo hanno detto unanimemente il consigliere regionale Andrea Pollastri, il consigliere provinciale Filippo Bertolini e il consigliere comunale Marco Civardi nel parlare degli atti depositati nei rispettivi enti a sostegno dei marò prigionieri in India e del Governo italiano. «Dispiace - commenta il consigliere regionale Andrea Pollastri (PdL) - che la Regione Emilia-Romagna abbia bocciato nella sua maggioranza la nostra richiesta di esporre uno striscione a sostegno dei due marò italiani. E' un impegno, questo, che deve accomunare tutte le parti politiche».

«Il 16 marzo - ha annunciato il capogruppo del Popolo della Libertà in Provincia di Piacenza, Filippo Bertolini - consegneremo lo striscione in Provincia. Dobbiamo far sentire la nostra vicinanza allo Stato italiano e ai nostri operatori commerciali e militari».

Anche il consigliere comunale del Popolo della Libertà, Marco Civardi, ha presentato analoga mozione in Comune di Piacenza, chiedendo un impegno dell'Amministrazione: «Non so se la mozione troverà i tempi per essere discussa, ma mi auguro che al di là di questo ci sia un impegno anche del Comune di Piacenza in questa vicenda. Non è né rivendicazione politica, né demagogia: i nostri soldati erano impegnati in un'azione di difesa di una nave mercantile italiana in acque che purtroppo sono infestate dall'attacco dei pirati, emergenza alla quale evidentemente il Governo indiano non sa dare risposte efficaci».

«Non possiamo quindi accettare - ha concluso Civardi - che i nostri soldati siano trattenuti nelle prigioni indiane, forse pagando il clima delle imminenti elezioni politiche in India, senza che gli sia concesso - come i trattati impongono - che vengano giudicati, se hanno effettivamente sbagliato, da un Tribunale militare italiano, dal momento che la nave si trovava in acque internazionali». 

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