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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

«Stufi di rischiare la vita ogni giorno e non essere presi in considerazione dal Governo»

Comparto sicurezza, il segretario del sindacato di polizia Sap, Ciro Passavanti: «Sicuramente il problema economico è uno dei temi principali da affrontare ma il disagio ha delle radici molto più profonde»

«In questura si sono riuniti alle 11. La straordinaria presenza di tanti colleghi poliziotti, iscritti ad altre sigle sindacali o addirittura non iscritti e l’arrivo degli altri rappresentanti della Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale dello Stato hanno segnato una forma di protesta mai vista prima d’ora. Sap, Sappe, Sapaf e Conapo, riuniti nella Consulta Sicurezza, si sono astenuti dal lavoro per 2 o 3 ore, ed alcuni operatori si sono assentati dal servizio per donare il sangue».  Lo scrive il segretraio provinciale del sindacato di polizia Sap Ciro Passavanti in merito alle manifestazioni dei giorni scorsi dei sindacati del comparto sicurezza.

«Il dato - aggiunge - è significativo e fa intuire immediatamente quanto è forte il segnale d’allarme. In questa giornata la protesta ha stimato circa 700 assemblee sindacali in tutta Italia, migliaia e migliaia di poliziotti, penitenziari, forestali e vigili del fuoco astenutisi dal lavoro, addirittura in alcune città della regione la media percentuale ha toccato punte del 90% (Imola) e dell'80% (Ferrara)».

Ciro Passavanti SAP, Rachele Nobile SAPPE ed Alberto Ranzani SAPAF hanno così motivato queste azioni di protesta: «Preferiamo donare il sangue, piuttosto che farcelo togliere dallo Stato" – "è la prima volta che registriamo una partecipazione così massiccia ad una manifestazione". "Siamo tutti stufi perché rischiamo la vita ogni giorno e non veniamo presi nella giusta considerazione dal Governo". Oggi i sindacati appartenenti alla Consulta Sicurezza, di cui fanno parte 43 mila persone in Italia e 150 a Piacenza, lamentano una serie di mancati provvedimenti che il governo avrebbe dovuto attuare già da tempo. Lo sblocco del tetto salariale, i riconoscimenti economici in base all’avanzamento di carriera, il riconoscimento delle specificità – secondo Passavanti – sono solo il primo passo: "non a caso un giorno prima dalla nostra protesta è giunta la conferma di un incontro con il Governo previsto per il 7 ottobre».

«Sia chiaro - prosegue Passavanti - che il successo di questa nostra manifestazione sta facendo non poco rosicare tutte le altre compagini della "consorteria" che sì, vorrebbe convincere tutti a credere che il disagio della categoria dipenda esclusivamente da un centinaio di euro, tali da risolvere tutti i problemi dei poliziotti, messi al paragone come fossero dei mercenari. Non è affatto così. Sicuramente il problema economico è uno dei temi principali da affrontare ma il disagio ha delle radici molto più profonde. E per questo incontreremo il premier Matteo Renzi, e con la volontà di approntare un dialogo costruttivo, senza alcuna prevenzione". "Anzi siamo ben contenti che abbia rilanciato ed abbia abbandonato la strategia del taglio selvaggio per recuperare risorse, e della spending review degli uffici di polizia, per approdare invece a quella dell’unificazione o comunque della riforma di questo apparato che effettivamente non ne può più di queste sette forze di polizia, che gravano troppo alle tasche degli italiani. E chiederemo di dare risposte chiare, non solo dal punto di vista economico, al forte malessere esistente tra le divise che, come Consulta Sicurezza, denunciamo da mesi».

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