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Sul cellulare le prove dello spaccio: tunisino in carcere, dieci clienti segnalati

Nel 2015 era stato arrestato per spaccio, il 18 dicembre 2017 anche (in tasca aveva 40 grammi di cocaina e soldi in contanti), ora dopo le indagini dei carabinieri dell'Aliquota Operativa è finito in carcere di nuovo: le analisi dei cellulari hanno dimostrato almeno altri dieci episodi di spaccio

Nel 2015 era stato arrestato per spaccio, il 18 dicembre 2017 anche (in tasca aveva 40 grammi di cocaina e soldi in contanti), ora dopo le indagini dei carabinieri dell'Aliquota Operativa è finito in carcere di nuovo. All'epoca dell'arresto in flagranza gli avevano sequestrato due cellulari dai quali è emerso che l'uomo, un tunisino peraltro irregolare e nullafacente, aveva spacciato almeno altre dieci volte. Il gip, Adele Savastano ha disposto pertanto il carcere dove ora si trova. Il tunisino il 18 dicembre 2017 sul ponte di Po aveva visto i carabinieri e aveva cercato di scappare in bici inutilmente: era stato bloccato e arrestato. Addosso oltre ai due cellulari, 420 euro in contanti e 40 grammi di cocaina. Era stato processato per direttissima difeso dall'avvocato Paolo Lentini. Aveva patteggiato due anni e mezzo (600 euro di multa) ed era tornato in libertà con l'obbligo di firma e di dimora in una abitazione che gli aveva messo a disposizione un suo connazionale in via Taverna. Ora, dopo le indagini dei militari, coordinate dal sostituto procuratore Roberto Fontana e che erano proseguite dopo l'arresto in flagranza, è finito alle Novate per l'ordine di carcerazione emesso dal gip. Gli accertamenti sui due cellulari hanno dimostrato come lo straniero chiamato dai clienti (che lo hanno riconosciuto e hanno confermato di aver acquistato cocaina da lui) "zio", "babadù" e "sputacchio", avesse spacciato almeno altre dieci volte. Dieci quindi anche i clienti segnalati alla prefettura come assuntori: si tratta di italiani dai 25 ai 30 anni.


 

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