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Cronaca Ferriere / Via Roma

Toro infuriato uccise due uomini a Ferriere: allevatore a processo per omicidio colposo

Al via il dibattimento per la tragedia avvenuta a Rompeggio nell'ottobre del 2011 in cui persero la vita Sergio Bisi e Filippo Preli

Quel toro impazzito uccise due uomini e ne ferì altri due. La tragedia avvenuta nell’ottobre del 2011 a Rompeggio di Ferriere è stata rivissuta in un’aula di Tribunale, dove è cominciato il processo nei confronti di un allevatore piacentino accusato di omicidio colposo plurimo. A perdere la vita furono Sergio Bisi, 64 anni di Rompeggio, e Filippo Preli, di 60 residente a Casalcò. Secondo i primi testimoni sentiti in aula, il toro era conosciuto per la sua aggressività, in particolare dagli abitanti del comunello in Alta Valnure.

Il giudice Maurizio Boselli e il pm Antonio Rubino hanno cominciato a sentire i primi testi, tra cui il figlio di una delle vittime. L’imputato è assistito dall’avvocato Franco Livera, mentre i famigliari delle vittime si sono costituiti parte civile con l’avvocato Romina Cattivelli.

Quel giorno, il 5 ottobre, il toro, insieme con alcune vacche e altri animali era al pascolo a Rompeggio. L’area del pascolo, che è libero, era recintata con il filo spinato. Quando l’allevatore intervenne, venne anche lui attaccato dal toro e ferito. L’uomo era insieme con la sorella e la mandò subito a chiedere aiuto. Rimasto ferito, si riparò in un anfratto per sfuggire alla furia dell’animale, un toro di razza Piemontese.

Tragedia a Ferriere: il toro "assassino"

La donna tornò con altre persone che, armate di fucile, sparano al toro uccidendolo. I carabinieri accorsero sul posto e venne chiamato il 118 per i soccorsi ai feriti. L’animale, infatti, era riuscito a colpire altri due uomini. A perdere la vita furono altri due uomini, che stavano accudendo alcune vacche al pascolo. I feriti, invece, sono stati colpiti mentre cercavano di allontanare l’animale.

Massimo Bisi, figlio di uno dei deceduti, ha raccontato di essere stato anch’egli attaccato dal toro che lo ha incornato, mentre cercava di soccorrere il padre, e spinto contro un albero. Per fortuna, l’uomo era riuscito a liberarsi e fuggire. «Alcuni fungaioli mi hanno raccontato - ha affermato - che l’anno prima erano sfuggiti a malapena al toro». Il giorno della tragedia, poi, Massimo Bisi ha detto al giudice che il padre, a pranzo, aveva detto in famiglia di essere andato dall’allevatore per dirgli di allontanare quel toro pericoloso. Il proprietario, però, rifiutò negando la pericolosità dell’animale. L’avvocato Livera ha chiesto al figlio della vittima se era mai stato attaccato in precedenza. L’uomo ha risposto di no, nei due anni di pascolo del toro in quel posto.

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