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Venerdì, 19 Aprile 2024
Indagini in corso / Fiorenzuola d'Arda

Traffico illecito di batterie esauste, sei nomadi piacentini nei guai

Operazione dei carabinieri forestali che hanno concentrato l'attenzione su un giro di 5mila tonnellate di batterie al piombo esauste con un guadagno di 5 milioni di euro

Nove persone denunciate, perché ritenute responsabili a vario titolo di ricettazione ed attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti. È il bilancio delle indagini condotte dai carabinieri forestali di Vobarno e Marcheno - coordinate dalla procura di Brescia - che erano scattate nel 2020. Alle indagini ha preso parte anche il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale dei Carabinieri Forestale di Piacenza.
Le attività criminose, commesse dal 2017 ad oggi, avrebbero fruttato oltre 5 milioni di euro di profitti illeciti. Sei delle persone finite nei guai sono nomadi piacentini della Valdarda.

L’attività investigativa ha consentito infatti di individuare sei persone, tutte appartenenti ad un medesimo gruppo di nomadi residenti in Valdarda, e titolari di altrettante imprese fittizie. Aziende formalmente operanti nei settori dell’autotrasporto e del commercio di autoveicoli, ma che in realtà svolgevano attività di raccolta, trasporto, stoccaggio ed intermediazione di rifiuti speciali pericolosi, classificati come tossico-nocivi ed ecotossici. Nel dettaglio, si tratta di 5mila tonnellate di batterie al piombo esauste. 

Le batterie venivano stoccate nei campi nomadi di numerose province del nord e del centro Italia e poi rivendute illegalmente a terze aziende operanti nel settore del recupero di rifiuti, eludendo totalmente del sistema di tracciabilità obbligatorio previsto dalla legge.

Tra gli indagati c'è anche titolare di una società di Collebeato. Per gli inquirenti sarebbe il principale acquirente delle batterie, che riceveva senza rispettare le norme di sorveglianza obbligatoria ed essendo consapevole della loro origine delittuosa. È accusato di ricettazione. Della stessa accusa dovrà rispondere anche un dipendente dell'azienda: per gli investigatori si occupava di prelevare i rifiuti stoccati presso i vari campi nomadi, accompagnandoli con formulari di trasporto falsi.

La società di Collebeato si riforniva di batterie esauste anche dal titolare di due ditte di Gussago formalmente dedite alla vendita di carrelli elevatori. Anche lui è stato denunciato: per gli inquirenti effettuava attività di recupero di veicoli fuori uso in assenza delle necessarie autorizzazioni e stoccava i rifiuti derivanti da tale attività all’interno di un piazzale occupante di 1.500 mq, che ora è sotto sequestro.

I Carabinieri Forestali, all’atto della notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, hanno altresì proceduto ad eseguire ulteriori accertamenti a carico degli stessi soggetti all’esito dei quali sono state elevate sanzioni amministrative per un importo di oltre 40.000 euro. 

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