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Cronaca

Truffe on line, a Piacenza aumentano le clonazioni di carte e bancomat

I carabinieri di Piacenza hanno registrato 91 casi dall'inizio dell'anno: «Difficile per le forze dell'ordine riuscire a indagare e scoprire gli autori di queste truffe, perché è complicato e arduo indagare attraverso la rete, dove ci si appoggia a dei server lontani e in Paesi che ne garantiscono l'inviolabilità»

Sono 91 le denunce per clonazione di carte di credito o bancomat che, da gennaio a oggi, sono state presentate in città al comando dei carabinieri di viale Beverora: «Un dato che evidenzia un aumento di questo fenomeno» spiega il luogotenente Roberto Penge, comandante della stazione di Piacenza Principale.
Ovviamente, come c'era da aspettarsi, il vero problema riguarda l'utilizzo delle carte su Internet: è infatti sulla Rete che i truffatori riescono a carpire i dati sensibili agli ignari - e spesso inesperti - utenti. Sono invece ormai quasi sparite, grazie anche ai sistemi di sicurezza addottati dalle banche, le clonazioni che fino a qualche tempo fa avvenivano ai bancomat per strada, dove i truffatori installavano gli skimmer o utilizzavano il classico trucco della "forchetta" che trattiene i contanti.

I carabinieri spiegano che una volta che i truffatori - tutta gente esperta di Internet e specializzata - risuono a rubare i dati dei titolari (numeri, codici di accesso, dati dell'intestatario) li utilizzano sistematicamente, a loro volta, per effettuare acquisti on line (biglietti aerei di compagnie straniere low cost, scommesse) oppure per trasferire denaro all'estero sempre tramite servizi di money transfer sul web. Questo va avanti fino a quando le banche si accorgono che la carta del loro cliente sta eseguendo operazioni sospette e quindi la bloccano, avvisando il titolare che, quasi sempre, non si è ancora accorto di nulla.

Il metodo privilegiato per rubare l'identità elettronica alla gente sembra sia quello, intramontabile, del phishing, ovvero email e messaggi elettronici che appaiono come se fossero stati emessi dalle banche o dalla Posta, e che invitano i destinatari e reinserire i propri dati per evitare che il conto corrente venga bloccato. Così facendo invece si forniscono ai ladri i numeri che gli permetteranno immediatamente di portare a segno la truffa.
«In genere non si tratta di cifre molto alte proprio perché i sistemi di sicurezza messi in atto dalle banche permettono di bloccare le operazioni sospette quasi subito - spiega il luogotenente Penge - anche se, in un caso, abbiamo registrato una denuncia per una sottrazione di ben mille euro. Purtroppo è difficile per le forze dell'ordine riuscire a indagare e scoprire gli autori di queste truffe, perché è complicato e arduo indagare attraverso la rete, dove ci si appoggia a dei server lontani e in Paesi che ne garantiscono l'inviolabilità».
 

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