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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Sarmato

Un secolo di vita per Guendalina, la più longeva cittadina di Sarmato

Nata a Sarmato il 9 dicembre del 1913. E' Guendalina Pagani Perazzoli che al traguardo del secolo di vita, raggiunto in buona salute, domenica giorno della Solennità dell'Immacolata Concezione, è stata festeggiata dai figli e dalla comunità della parrocchia cittadina di San Paolo

Nata a Sarmato il 9 dicembre del 1913. E’ Guendalina Pagani Perazzoli che al traguardo del secolo di vita, raggiunto in buona salute, domenica giorno della Solennità dell’Immacolata Concezione, è stata festeggiata dai figli e dalla comunità della parrocchia cittadina di San Paolo. Già qualche minuto prima delle 8 la signora Guendalina era partecipe alla santa messa che ha seguito con la serenità e la consapevolezza delle persone che hanno fiducia in Dio e con velata commozione ha accolto la Benedizione giunta da Papa Francesco e i messaggi di partecipazione “al lieto giorno” del Vescovo Gianni Ambrosio e dei sacerdoti dell’Unità Pastorale.

Dopo la celebrazione eucaristica, un festoso momento laico con tante testimonianze di affetto dai figli Bruno, Antonio con la moglie Lidia, altri congiunti; tanti amici parrocchiani hanno sottolineato il ruolo “discreto ma essenziale” svolto dalla signora Guendalina nei 28 anni di vita nella parrocchia di San Paolo. Il sindaco del Comune di Sarmato Anna Tanzi e l’assessore Milena Buzzi, hanno consegnato, alla loro cittadina più anziana, un omaggio floreale e una copia su pergamena dell’atto di nascita originale.

Nei suoi cento anni di esistenza, di fatti e situazioni, Guendalina ne ha visti tanti. Tra i ricordi più remoti, il giorno che, a poco più di cinque anni, abbracciò il papà congedato dalla guerra del 1915/18. Poi le nozze con Giacomino Perazzoli e la nascita, nel 1938, del figlio Bruno; la seconda guerra mondiale con il marito ancora sul fronte. Di lui aveva avuto notizie in modo discontinuo – fino a che, nei giorni successivi l’8 settembre 1943 - venne a conoscenza di un gruppo di militari visti vagare senza meta, lontani da Piacenza. Guendalina si appellò alla sua fede pregò e fece un voto: avrebbe donato le testimonianze materiali più care e significative della sua unione con il marito: una catena d'oro e l'anello di fidanzamento. La coppia riuscì finalmente a ricomporsi e trovò rifugio a Castelsangiovanni a casa del papà di lei, Bertino, salariato capo bergamino nell’azienda agricola del Marchese Paveri Fontana.

Superati gli anni difficili della Repubblica di Salò, la famiglia riuscì a scrollarsi di dosso le difficoltà incombenti e prese dimora a Fontana Pradosa dove, nel 1949, la loro casa fu allietata dalla nascita del secondogenito Antonio. Ancora prima, il figlio Bruno aveva mostrato una vocazione sacerdotale, tanto ferma che, dopo la scuola elementare, era entrato in Seminario. L’evento fu ben gradito, ma accolto con riservatezza dai genitori, che non volevano influenzare la scelta del figlio. Bruno, ordinato sacerdote nel 1963, è stato via via curato a san Nazzaro d’Ongina e Isola Serafini quindi a Borgotrebbia, docente e poi rettore al Seminario e Santuario della Madonna di S. Marco di Bedonia.

Nel 1985 l’inattesa nomina di parroco a Piacenza nella chiesa di San Paolo. Il sacerdote è titubante ha dedicato venti anni allo studio e alla formazione spirituale dei giovani, ora nell’importante parrocchia avrebbe dovuto cimentarsi con problemi pratici ... fu però immediato e provvidenziale l’aiuto dei genitori, in particolare di mamma Guedalina: avrebbero lasciato la casa di Sarmato ove abitavano, rinunciando ad abi­tudini radicate da una vita, amicizie cementate dall'infan­zia, per trasferirsi a Piacenza dove, dedicandosi alla Parrocchia avrebbero facilitato don Bruno, uomo di Dio di grande spessore intellettuale, a divenire anche autentico ed efficace testimone del Vangelo nell’azione diretta e pratica che una circoscrizione ecclesiastica richiede. “Macché sacrifici – afferma senza esitazione la signora Guendalina – ogni atto della vita, vissuta sino a dieci anni fa con mio marito, è stata una scelta. Una consapevole scelta”.

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