Una sana e corretta alimentazione può aiutare a prevenire i tumori
Una sana e corretta alimentazione aiuta sicuramente a prevenire le patologie su basi alimentari e nel contempo sviluppa un’azione favorevole anche per evitare l’insorgenza di patologie tumorali. Se ne è parlato durante il convegno organizzato da IEO (Istituto Europeo di Oncologia) e Università Cattolica
Una sana e corretta alimentazione aiuta sicuramente a prevenire le patologie su basi alimentari e nel contempo sviluppa un’azione favorevole anche per evitare l’insorgenza di patologie tumorali. Su queste importanti problematiche si è svolto oggi, presso la Residenza Gasparini all’Università Cattolica un convegno che si è snodato con relazioni nell’arco dell’intera giornata, organizzato da IEO - Istituto Europeo di Oncologia e dall’Istituto di Scienze degli Alimenti e della Nutrizione (ISAN) della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali della Cattolica.
Dopo il saluto dei coordinatori dell’incontro il prof. Filippo Rossi di ISAN della Cattolica e di Patrizia Gnagnarella, dell’Istituto Europeo di Oncologia, Divisione di Epidemiologia e Biostatistica di Milano, è intervenuto il Preside della Facoltà Lorenzo Morelli che ha ricordato la necessità di diffondere ogni informazione solo se supportata da prove scientifiche.
Il convegno si avvale del patrocinio dell’Ordine Provinciale dei medici chirurghi e degli Odontoiatri di Piacenza (presente il Presidente dott. Augusto Pagani), dell’Associazione nazionale dietisti, della Società Nazionale di Nutrizione Umana e dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica ed è sostenuto dal contributo incondizionato di Fondazione Invernizzi, Pharmaextracta, DS Medica Asoltech, PiaceDoc, Consorzo salumi DOP Piacentini, Cabassi&Giurati e Nutriva.
“E’ dai tempi di Adamo ed Eva- ha ricordato Rossi- che mangiare non è privo di rischi e di questa relazione l’umanità è sempre stata consapevole. Inoltre la grande facilità di comunicare che caratterizza i nostri giorni ha poi sicuramente favorito il diffondersi nella popolazione della consapevolezza del legame fra ciò che mangiamo e l‘insorgenza di patologie tumorali. Non sempre però questa comunicazione si è basata su elementi corretti e nella marea di informazione circolanti sul Web è difficile, anche per l’utente attento pur se non specialista, individuare i dati autorevoli da quelli di qualità discutibile.
Il convegno di oggi si pone appunto la finalità di aggiornare le conoscenze degli operatori della salute che a vario titolo sono coinvolti direttamente nella divulgazione scientifica e nell’educazione alimentare, in modo che la loro voce possa distinguersi dal vociare di opinioni autoreferenziali, fornendo così informazioni nutrizionali corrette e affidabili. La speranza di chi ha organizzato l’evento, è che tutti i professionisti della salute, dai ricercatori ai clinici, possano trovare spunti e approfondimenti sugli aspetti prioritari e innovativi della relazione tra nutrizione e la patologia oncologica. Nel corso del convegno- ha rilevato Rossi- ci sarà spazio per diverse ricerche sulle quali la nostra Facoltà è coinvolta. Innanzitutto lo studio delle micotossine quali fattori di rischio per l’insorgenza tumorale, tematica sulla quale l’ISAN ha in corso una sperimentazione con l’Ospedale di Piacenza focalizzata sul legame fra queste tossine e il danno epatico.
Dei farmaci biologici nella cura dei tumori ha trattato il prof. Luigi Cavanna del Dipartimento Oncologia ed Ematologia, Ospedale G. da Saliceto, Piacenza. Ha ricordato che negli ultimi anni la ricerca sulle nuove cure antitumorali ha determinato grandi speranze ed aspettative per terapie più selettive e meno tossiche. Soprattutto, importanti avanzamenti nella biologia molecolare hanno permesso di studiare la differente espressione dei geni coinvolti nei tumori (genomica) e delle proteine da essi prodotte (proteomica ) al fine di determinare un preciso profilo molecolare delle neoplasie. La conseguente applicazione pratica di questi studi sta già permettendo di personalizzare le terapie in base alla caratterizzazione biomolecolare del tumore, utilizzando farmaci selettivi che agiscono sui differenti bersagli espressi dallo specifico tumore, colpendo, cioè le singole molecole alterate responsabili della crescita e della diffusione incontrollata delle cellule tumorali, della loro resistenza alle terapie tradizionali e della produzione di nuovi vasi sanguigni, determinando così la regressione del tumore.
Questi nuovi farmaci, chiamati anche “diretti contro il bersaglio (target) ” o “biologici ” o “ farmaci intelligenti ”, da soli o in combinazione con le terapie tradizionali (chemio,radio, ormonoterapia), permettono di combattere direttamente il tumore, risparmiando le cellule normali dell’organismo, con conseguente minori effetti collaterali. Le caratteristiche specifiche di questi nuovi farmaci sono rappresentate, soprattutto, da una azione selettiva su particolari recettori delle cellule tumorali; effetti collaterali più contenuti e diversi da quelli della classica chemioterapia; possibilità di essere somministrati per via orale e di utilizzo in associazione con altre terapie.
Il dottor Cavanna ha parlato di cibi che possono favorire la guarigione del paziente oncologico: "Sono la frutta, la verdura, le carni bianche. Meglio evitare i cibi complessi; preferiamo a questi ultimi una pasta con sugo di pomodoro anche per evitare, mentre si fanno le cure, di aumentare di peso". Preventiva, invece, una dieta equilibrata e varia: "L'alimentazione varia e ricca di vegetali è preventiva;questo è dimostrato, in particolare, per il tumore all'intestino ed al seno”.
Sul ruolo degli antiossidanti come fattore protettivo per i tumori ha relazionato Maria Parpinel del Dipartimento di Scienze Mediche e Biologiche, Università di Udine. Ha evidenziato come sia noto da tempo che il danno ossidativo che quotidianamente colpisce le cellule sia a livello di DNA che di altre macromolecole, può portare a varie malattie degenerative, come il cancro e le malattie cardiovascolari.
La maggior parte degli antiossidanti che vengono assunti con gli alimenti appartiene al regno vegetale (composti fitochimici): le piante sintetizzano questi composti per soddisfare varie necessità fisiologiche come ad esempio la difesa contro parassiti ed agenti tossici, il superamento di condizioni ambientali inadeguate, i raggi ultravioletti (stress ossidativo); l’attrazione degli impollinatori (gli antociani e i flavonoidi conferiscono la colorazione a fiori e foglie), ne possono essere il supporto strutturale (lignina e tannini) e, infine, possono svolgere azione ormono-simile perciò regolatoria (flavonoidi ed altre sostanze fenoliche semplici). Queste funzioni avvengono in prevalenza nella fase di metabolismo secondario e in particolar modo quel- le legate allo stress ossidativo.
Gli antiossidanti possono essere distinti in tre gruppi principali: le vitamine, i composti fenolici e i carotenoidi. L’acido ascorbico ed i fenoli sono i più noti tra gli antiossidanti idrofili, i carotenoidi tra quelli lipofili. Anche alcuni minerali (selenio, rame e zinco) svolgono indirettamente funzioni antiossidanti, poiché partecipano alla regolazione di enzimi coinvolti nel meccanismo di difesa antiossidante.
I grandi studi epidemiologici osservazionali prospettici e retrospettivi condotti negli ultimi decenni sulle abitudini alimentari hanno evidenziato come gli alimenti ricchi di sostanze antiossidanti e i pattern alimentari che li prediligono come la dieta mediterranea e la dieta orientale sono tra i principali fattore di protezione per i tumori. Gianluca Giuberti, PhD Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, Università Cattolica, Piacenza ha parlato dell’amido resistente ed il suo effetto nei tumori del grosso intestino. Sebbene tale ruolo nel prevenire e proteggere da forme tumorali nel grosso intestino non sia ancora del tutto chiarito (a causa di dati contrastanti presenti in bibliografia), sembra che tale funzione sia principalmente legata alla produzione di acidi grassi a corta catena (soprattutto butirrato) e alla capacità di modulare l’ecosistema intestinale, favorendo la crescita di microflora benefica. Amedeo Pietri (Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell'Università Cattolica di Piacenza) ha invece introdotto i nuovi studi che evidenziano il ruolo delle micotossine quali fattori di rischio per la patogenesi tumorale.
Sabina Sieri Unità di Epidemiologia e Prevenzione. Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano ha trattato dell’indice glicemico, carico glicemico e cancro. Ha detto che i carboidrati rappresentano la classe di composti organici maggiormente presente in natura e dal punto di vista nutrizionale possono essere classificati oltre che sulla base della loro natura (zuccheri,amido e fibra) anche in base al loro effetto sulla glicemia post-prandiale (indice glicemico).
Una dieta ricca in alimenti ad alto indice glicemico è stata associata allo sviluppo di diverse malattie cronico degenerative quali il diabete, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumori . Allo stato attuale delle conoscenze, e in attesa che si individuino delle linee- guida precise sull’indice e il carico glicemico della dieta, è raccomandabile la scelta di fonti di carboidrati a basso indice glicemico quali cereali integrali, legumi, pasta, verdura e frutta.
Del rapporto tra vitamina D e tumori ha parlato Sara Gandini della Divisione di Epidemiologia e Biostatistica, Istituto Europeo di Oncologia, Milano, mentre della sicurezza dell’impiego dei dolcificanti non calorici ha relazionato Marina Marinovich
Il prof. Fabio Fornari dell’UO Complessa di Gastroenterologia ed Epatologia, Ospedale G. da Saliceto, Piacenza ha esaminato i fattori di rischio ed i recenti orientamenti diagnostici e terapeutici dell’epatocarcinoma, mentre Mara Negrati UO Semplice Nutrizione Clinica, Ospedale G. Da Saliceto, Piacenza ha trattato della alimentazione e del rischio di recidiva in donne operate di tumore mammario.
In particolare ha ricordato il Progetto SETA iniziato nel 2011 presso l’Ospedale locale con lo scopo di offrire, alle donne già trattate per tumore alla mammella, un percorso dedicato al miglioramento dello stile di vita (dieta sana ed equilibrata, regolare attività fisica e astensione dal fumo) con la finalità di incidere sui fattori di rischio endocrino metabolici del cancro mammario.
“In nostro intervento in particolare- ha detto la Negrati- consiste nel motivare le pazienti a ridurre l’assunzione di alcol, l’intake calorico in modo da evitare l’aumento di peso e per favorire l’ aderenza a una dieta bilanciata di tipo mediterraneo unita ad una regolare attività fisica”.