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Cronaca

La vendita della Rocca Pescarola non fu una bancarotta fraudolenta, assolto l'imprenditore

La vendita del ristorante alle porte della città aveva fatto scattare nel 2009 un'inchiesta

Dopo 11 anni è arrivato alla conclusione il processo per la vendita del ristorante Rocca Pescarola a Pittolo. L’inchiesta era infatti cominciata nel 2009. Il 24 novembre il pm Daniela Di Girolamo aveva chiesto l’assoluzione dell’unico imputato rimasto, Enzo Gazzola (nel luglio 2019 era stato assolto dal giudice per l’udienza preliminare Luciano Arici). Gazzola, difeso dall’avvocato Francesco Macrì, era accusato di distrazione di beni. Anche Macrì aveva chiesto l’assoluzione. A chiedere la condanna, invece, era stato l’avvocato Vincenzo Graniero (Foro di Salerno) con il quale si sono costituiti parte civile gli affittuari del locale.

Gazzola è stato quindi assolto dall'accusa di bancarotta fraudolenta. Secondo le accuse, Arici, che era amministratore della società immobiliare Bellitalia, aveva acquistato da Gazzola, amministratore della fallita Rocca Pescarola, il celebre immobile a Pittolo per un milione di euro. La valutazione di mercato, però, sarebbe stata di 1,8 milioni. Una presunta distrazione di denaro dal patrimonio della Rocca Pescarola, secondo la procura. Il pm aveva chiesto l’assoluzione al collegio dei giudici - presidente Gianandrea Bussi,a latere Laura Pietrasanta e Ivan Borasi - perché non è stata raggiunta la prova della distrazione del denaro. Così l'imprenditore è stato assolto, la vendita è risultata regolare: il prezzo era in linea con un mercato in crisi. 

Su questo aspetto si è innestata la difesa dell’avvocato Macrì, secondo il quale la perizia della procura era eccessiva non provava che ci fosse stato un accordo illecito. Inoltre, quello era l’unico prezzo possibile per arrivare a una vendita. Così Gazzola è stato assolto a 11 anni dall'operazione. 

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