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Cronaca

“Viaggio di ritorno”, il docu-film a 25 anni dalla tragedia del Brentei

A 25 anni di distanza un documentario intreccia le esperienze di chi visse la tragedia del 17 luglio 1991, quando una slavina tolse la vita a sei giovanissimi e a un seminarista della parrocchia di Nostra Signora di Lourdes

“Questo è un ricordo rispettoso di chi è stato colpito  da una tragedia: non si vuole pescare nei sentimenti di sopravvissuti  e parenti delle vittime, ma rendere un servizio di memoria ai piacentini”. Così il sindaco Paolo Dosi ha presentato il docu-film “Viaggio di ritorno”, realizzato dai registi Giorgia Scalia e Alessandro Zonin, per ricordare la tragedia del Brentei a 25 anni di distanza.  Il documentario verrà presentato – ingresso gratuito, eventuali offerte saranno devolute all’Assofa - in anteprima all’Uci Cinemas il 25 maggio alle 20.30. Il 17 luglio del 1991 in Trentino, vicino al rifugio Brentei, una slavina di grandine, fango e sassi strappò la vita di 6 ragazzi tra gli 11 e i 13 anni e del seminarista. I giovanissimi erano tutti della parrocchia di Nostra Signora di Lourdes. Tra i promotori dell’iniziativa, uno dei ragazzi sopravvissuti. “Abbiamo realizzato il film – ha spiegato Giovanni Alberti, che ha scritto il soggetto - con due professionisti come Scalia e Zonin per dare un segno. È un documentario sulla memoria, sul legame che tiene assieme la comunità piacentina e quella trentina”. Alberti è tornato la scorsa estate in quei luoghi: lui stesso faceva parte della comitiva parrocchiale. “Presenteremo il film anche a Enna, nel paese d’origine di Nuccio Sebastiano Malaponti, il seminarista che accompagnò i ragazzi della parrocchia”. Il documentario dura 50 minuti ed è composto da 12 interviste – ai soccorritori, al pilota dell’elicottero che soccorse il gruppo, a don Federico Tagliaferri (compagno di studi del seminarista) e alla madre di Cinzia Ballestri, una delle giovanissime. Alberti ha ringraziato l’amministrazione e il sindaco per l’appoggio e il patrocinio. «E’ un progetto articolato partito con un viaggio vero e proprio effettuato da me e Matteo Malchiodi, un altro superstite di quella tragedia. Anche io ero lì e ne sono uscito illeso. L’abbiamo fatto per dare un segno, attraverso un film documentario, grazie a due professionisti come i registi Giorgia Scalia e Alessandro Zonin. Non è un film su una tragedia – ha proseguito -, è sulla memoria, sul legame che tiene assieme due comunità, quella piacentina e quella trentina». Tutto nasce da un incontro a inizio 2015 a Trento per la presentazione del libro del comandante Giuseppe Simonetti, che mise in pericolo la sua vita soccorrendo con l’elicottero il sentiero sommerso dalla slavina. Il libro racconta la sua vita e in un capitolo parla di questo episodi. «Da qui è nata l’esigenza di raccontare l’emozione di questi uomini dopo tanti anni e portarla anche a Piacenza. Volevamo un ricordo più sentito e meno istituzionale».

«Abbiamo pensato – ha spiegato Scalia – a come rendere sullo schermo la storia e le interviste. Non è un’inchiesta, ma le testimonianze di un gruppo unito anche dopo la tragedia: c’è un filo che lega tutte queste persone. C’è uno spirito di unione che unisce anche a distanza di 25 anni tutti i partecipanti. Molti di questi non parlavano da anni della vicenda, grazie al documentario è stato un modo per liberarsi da questo peso che si portavano dietro». «Grazie al sindaco – ha aggiunto Zanin - per aver patrocinato. Sono uno dei fondatori di Cineroad che si occupa di produrre documentari artistici. È stato un viaggio dell’anima per tutti questo documentario, anche per chi non l’aveva vissuta. Un’avventura impegnativa che ora mostreremo». L’appuntamento è per mercoledì 25 maggio all’Uci Cinemas. 

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