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Cronaca

Inchiesta "Borgo Faxhall", blitz in Comune e all’urbanistica: tre gli indagati

L’indagine sulla compravendita del complesso immobiliare di Borgo Faxhall (di proprietà del Comune dal 2017) coinvolgerebbe l’ex assessore all’urbanistica Silvio Bisotti e i dirigenti comunali Taziano Giannessi e Giovanni Carini. Bisotti: «Sorpreso e amareggiato, ma convinto di aver agito correttamente»

Il blitz della mattina del 26 ottobre della Guardia di Finanza in Comune a Piacenza – due le visite: una a Palazzo Mercanti delle fiamme gialle in borghese, l’altra in via Scalabrini con la Polizia Municipale negli uffici dell’urbanistica e della manutenzione - non è l’unico colpo di scena. L’indagine sulla compravendita del complesso immobiliare di Borgo Faxhall, ceduto dalla società Coemi Property al Comune di Piacenza nel 2017 (il voto del precedente Consiglio comunale risale invece al 2016), vede l’iscrizione nel registro degli indagati di tre persone: un politico e due dipendenti del Comune di Piacenza. L’indagine al momento riguarderebbe l’ex assessore all’urbanistica Silvio Bisotti (la delicata vicenda venne gestita dalla Giunta Dosi), il dirigente ai lavori pubblici Taziano Giannessi e il responsabile manutenzione Giovanni Carini. Bisotti, oggi segretario provinciale del Partito Democratico, curò tutta la pratica. Ora, insieme ai due dirigenti, è sotto la lente d'ingrandimento della Procura della Repubblica di Piacenza e della Corte dei Conti. «Si tratta - ha spiegato la Guardia di Finanza in una nota - di acquisizioni documentali delegate dalla Procura regionale della Corte dei Conti, in merito alle procedure di acquisto di uffici ubicati all’interno di Borgo Faxhall». L’ufficio stampa del Comune di Piacenza parla di «accesso agli atti e alla documentazione». L’ex assessore Bisotti, interpellato sulla vicenda da IlPiacenza.it, conferma la notifica dell’avviso di garanzia nei suoi confronti. «Sul piano personale – si limita a commentare a caldo l'ex assessore - sono sorpreso e amareggiato di quanto sono venuto a conoscenza. Sul piano amministrativo sono convinto di aver agito nella maniera più corretta sulla pratica relativa alla compravendita di Borgo Faxhall. A livello politico mi sentirò di fare valutazioni più approfondite nei prossimi giorni». L'indagine, coordinata dal sostituto procuratore Antonio Colonna, ipotizza il reato di falso. Antonio Colonna-3

La compravendita tra Coemi Property e Comune coinvolge Borgo Faxhall, a parziale compensazione dei mancati impegni rispettati (su tutti la realizzazione della stazione dei bus) dalla società privata, impegni per 4 milioni e mezzo di valore totale. Il Tribunale di Piacenza chiese all’ingegner Paolo Vegezzi di effettuare una perizia sul valore degli immobili del comparto: le unità immobiliari hanno una stima di 4 milioni e 987mila euro, il terreno 2 milioni e 91mila euro, per un totale di poco più di 7 milioni di euro. Il Comune, sotto l'impulso dell'ex assessore Bisotti, si accordò per ottenere da Coemi Property spazi per un valore di 2 milioni e 987mila euro per il corpo A della struttura più un altro un milione e 491mila euro, a scomputo degli oneri di urbanizzazione dovuti. Con altri 2 milioni e 600mila euro l'intenzione del Comune era di acquistare invece il corpo B. Dopo un lungo rogito durato diversi mesi, il Comune divenne proprietario. Il cambio di Amministrazione a Palazzo Mercanti non ha mutato la pratica.

Fu però, nel giugno 2018, lo stesso sindaco Patrizia Barbieri a portare in Procura tutta la documentazione della vicenda Borgo Faxhall. La delibera per la compravendita della struttura venne approvata in sede consiliare nel dicembre 2016, mentre l’atto di acquisto era stato successivamente completato nell’aprile 2017. Secondo il primo cittadino la gestione della vicenda da parte dei passati amministratori che l'hanno preceduta, presentava diversi elementi degni di attenzione. Così Barbieri portò tutti gli atti agli inquirenti, così come ieri ha dichiarato «la massima collaborazione, da parte degli uffici interessati, nel fornire le informazioni richieste». Ma la Procura ha voluto comunque vederci ancora più chiaramente: da qui il blitz nelle due sedi comunali. 

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