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Giovedì, 25 Aprile 2024
In tribunale

Prima la figlia adottiva poi le amiche: condannato a 10 anni e sei mesi per violenza sessuale

Il caso dei presunti abusi sulla figlia fu archiviato, poi nuove indagini anni dopo condotte da un altro magistrato. Il processo si è svolto con rito abbreviato. Quattro le parti civili

Nel 2011 raccontò a scuola di essere stata abusata dal padre adottivo, ma il caso fu archiviato dal gip di allora. Anni dopo l’uomo avrebbe molestato anche tre amiche (16enni) della figlia più piccola, anch'ella adottata. Queste denunciarono, il fascicolo fu preso in mano da un altro pm nel 2019, ci furono altre e nuove indagini e infine fu rinviato a giudizio per quattro episodi. Nei giorni scorsi, al termine del processo di primo grado svolto con rito abbreviato (sconto di un terzo della pena), il padre adottivo è stato condannato a 10 anni e 6 mesi per violenza sessuale aggravata su minore dal gup Sonia Caravelli.

Il pm Daniela Di Girolamo ne aveva chiesti 10 e 8 mesi per i quattro capi di imputazione (la figlia adottiva e le tre amiche). Le indagini più recenti furono condotte dalla sezione di polizia giudiziaria della Polizia Locale. Durante un incontro a scuola e grazie ad un bigliettino anonimo, una delle amiche trovò il coraggio confidarsi e fu contattata dagli agenti ai quali spiegò quando le sarebbe successo. Da lì emerse il resto. 

Tutte le vittime si sono costituite parti civili con gli avvocati Andrea Bazzani, Daniele Pezza, Matteo De Meo di Vicenza e Raffaella Oggioni del foro di Milano. L’imputato, ora 60enne, era difeso dall’avvocato Carlo Benussi che non ha rilasciato nessun commento. La figlia più grande dopo la denuncia del 2011 si è allontanata dalla casa dei genitori e da allora vive e studia lontano, così come la parte restante della famiglia.

Molti anni fa una coppia italiana adottò due sorelline sudamericane e le portò in Italia, a Piacenza. La più grande – circa a 14 anni -  a scuola avrebbe spiegato di subire violenze dal padre adottivo da quando aveva undici anni. Le insegnanti contattarono la procura e iniziarono le indagini. Il caso sarebbe poi stato archiviato per una perizia medica che riteneva la presunta vittima non molto attendibile e non ci sarebbero state prove sufficienti. Sette anni dopo, tra il 2018 e il 2019 tre amiche 16enni della figlia adottiva più piccola denunciarono di aver subìto attenzioni particolari, molestie e abusi dal padre della ragazzina. Per una di loro si parlerebbe di palpeggiamenti nelle parti intime avvenuti una sera che si era assopita sul divano della casa dell'amica, che frequentava abitualmente. Per le altre due giovani  si tratterebbe di molestie subite durante una cena tutti insieme in pizzeria.

La notizia di reato finì sul tavolo del sostituto procuratore Daniela Di Girolamo che avviò le indagini sia sui fatti del 2018-19 sia su quelli del 2011 chiedendo (e ottenendo) al gip la riapertura del fascicolo. L'uomo fu quindi poi rinviato a giudizio, processato e condannato. (Per evidenti motivi dovuti alla delicatezza della vicenda e alla minore età delle vittime all'epoca dei fatti, sono stati omessi i nomi nonché particolari e riferimenti che potessero rendere tutti i coinvolti riconoscibili).

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