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Cronaca

Violenza sulla ex dopo la fine della relazione: condannato a 7 anni

Un nigeriano di 32 anni, accusato anche di sequestro di persona, stalking e lesioni dopo la fine della relazione. Alla vittima, una piacentina di 28 anni, 10mila euro di risarcimento. La difesa: «Lei non ha mai detto di volersene andare e quel rapporto era consenziente. Niente persecuzione, solo due contatti in due anni»

E’ stato condannato a sette anni di reclusione, il nigeriano di 32 anni accusato di aver abusato della ex fidanzata piacentina di 28 anni. L’uomo è stato, invece, assolto dal reato di stalking. Il 32enne doveva rispondere dei reati di sequestro di persona, violenza sessuale aggravata, stalking e lesioni. Il difensore dell’uomo, l’avvocato Stefano Germini (Foro di Reggio Emilia) aveva chiesto l’assoluzione per tutti i capi di imputazione, mentre il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 9 anni. La Corte ha anche stabilito una provvisionale di 10mila euro, mentre la ragazza, che si era costituita parte civile con l’avvocato Mara Tutone, aveva chiesto un risarcimenStegano Germini avvocato-2to di 80mila euro.

Il processo si è svolto davanti al collegio presieduto da Stefano Brusati, con i giudici a latere Sonia Caravelli e Aldo Tiberti. Secondo la difesa, il reato di atti persecutori non si sarebbe realizzato perché lui, dalla fine della loro relazione nel 2014, l’aveva contattata solo due volte in due anni. Per Germini, inoltre, non si sarebbe trattato di violenza sessuale, ma di un rapporto sessuale consenziente, dopo che l’uomo l’aveva invitata a casa sua per un chiarimento dopo la rottura della relazione. E nemmeno il sequestro di persona si sarebbe configurato, perché la ragazza - che aveva raccontato di essere rimasta chiusa a chiave nella stanza dell’ex dopo di che fu violentata - non aveva mai manifestato la volontà di uscire.mara tutone avvocato-3

Durante la violenza, secondo le accuse, lui l’avrebbe anche picchiata e lei aveva un referto del pronto soccorso con tre giorni di prognosi. A portarla in ospedale furono i genitori - hanno raccontato in aula lo scorso febbraio - che si accorsero dei lividi e dello stato di prostrazione della figlia. Genitori che non l’hanno mai abbandonata. I due ragazzi avevano avuto una relazione durata quattro anni, dal 2010 al 2014. Poi le partì per la Cina, per lavoro. Nell’udienza del 21 febbraio, deposero in aula, amici della ragazza, la stessa 28enne e i suoi genitori. La relazione era osteggiata dai genitori di lei, per la troppa differenza culturale disse il padre. Quando lei tornò in Italia, la relazione riprese, ma terminò. Lui la contattò per avere spiegazioni. E lei accettò un incontro nell’ottobre del 2015. Fu in quella sera che, secondo la denuncia della ragazza, avvenne la violenza e il sequestro in casa dell’ex. La giovane, in seguito, si rivolse al Telefono Rosa e intraprese un percorso con uno psicologo, per alleviare i traumi dell’esperienza che aveva vissuto.

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