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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Vigolzone

Schavi (Corsera) e Visconti (Repubblica): «Walter Tobagi fu ucciso perché aveva un metodo»

«Walter Tobagi fu ucciso perché aveva un metodo». Alla tesi dello scrittore Leonardo Sciascia hanno dato una motivazione il vicedirettore del Corriere della Sera Giangiacomo Schiavi e il caporedattore di Repubblica Piero Visconti, venerdì sera a Vigolzone. L'incontro organizzato dall'associazione culturale Futuro Valnure

«Walter Tobagi fu ucciso perché aveva un metodo». Alla tesi dello scrittore Leonardo Sciascia hanno dato una motivazione il vicedirettore del Corriere della Sera Giangiacomo Schiavi e il caporedattore di Repubblica Piero Visconti, venerdì sera a Vigolzone. A trent'anni esatti dall'omicidio, la figura del giornalista umbro è stata ricordata dalle due prestigiose firme piacentine in servizio per i quotidiani più autorevoli del nostro Paese.

Ospiti dell'associazione culturale Futuro Valnure, all'agriturismo Ama Schiavi e Visconti hanno preso in esame "La condizione dell'informazione oggi in Italia", in un incontro moderato dal giornalista piacentino Roberto Mori (in passato collaboratore di altre testate di primo piano), dichiaratosi «nostalgico di un giornalismo di qualità che forse oggi si sta perdendo».

SCHIAVI: «TOBAGI, ESEMPIO DI CORRETTEZZA» - «Scavare, indagare tra le pieghe della società con curiosità, capire in anticipo i fenomeni di malcostume»: è questo, secondo Schiavi, l'esempio lasciato da Tobagi, giornalista del Corriere della Sera che nei suoi articoli analizzava con avvedutezza la società degli anni di piombo. «Ci ha insegnato - ha aggiunto - che il dovere del giornalista è di andare in profondità con serietà e correttezza, come fece addentrandosi nella denuncia. Per questo ha pagato con la vita il fatto di essere diventato credibile ed affidabile».

VISCONTI: «ATTENZIONE ALLE FONTI INTERESSATE» - «Trent'anni fa il giornalismo era più remissivo nei confronti della politica, mente oggi rischiamo di andare a cercare una seconda verità sottovalutando quella primaria che può essere realmente quella effettiva». Così è cambiata la carta stampata negli ultimi decenni secondo Visconti, che ha inoltre messo in guardia sulla provenienza di certe notizie. «I verbali delle intercettazioni - ha spiegato -, ad esempio, possono talvolta giungere da fonti interessate, che hanno un preciso tornaconto nel vedere pubblicate certe notizie. Dovrebbero ricordarselo quei giornalisti che si sono fatti un nome grazie a questo aspetto».

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