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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

«Volpi, daini e nutrie nel mirino della caccia. Ultimo colpo di coda di una Provincia agli sgoccioli»

Burgio (Enpa): «Non sono bastate 11.000 firme di cittadini contrari ai piani di abbattimento la mobilitazione di intere famiglie e la protesta delle associazioni di protezione animale, il richiamo della polvere da sparo è troppo forte e il suo profumo inebria le menti di alcuni e riempie i portafogli di altri»

«Volpi, daini e nutrie nel mirino dell'attività venatoria piacentina; ultimo colpo di coda di una provincia ormai agli sgoccioli che deve liberare le stanze del potere e tornare ai banchi amministrativi locali (non tutti...), cercando di dare l'ultima zampata ai potenziali elettori pagando con il sangue degli animali il debito delle urne. Enpa sta valutando un ricorso al Tar, purtroppo sempre con esiti incerti e con notevoli costi, ed una protesta indirizzata all'Ispra che ratifica autorizzazioni senza verificare che le prescrizioni siano state rispettate». Lo afferma, in una nota, Loris Burgio di Enpa Piacenza.

«Non sono bastate 11.000 firme di cittadini contrari ai piani di abbattimento - scrive Burgio - la mobilitazione di intere famiglie e la protesta delle associazioni di protezione animale, il richiamo della polvere da sparo è troppo forte e il suo profumo inebria le menti di alcuni e riempie i portafogli di altri... non necessariamente con il commercio diretto della stessa»

E ancora: «La rivista "Circo" ha pubblicato il decesso di un circense come "il primo omicidio degli animalisti" attribuendo l'infarto occorso alla persona come conseguenza delle proteste dei picchetti contrari all'attività circense con animali; ormai siamo arrivati a questo. Evito di richiamare i suicidi generati da ben altri gravi problemi nazionali; certo è che, per alcune persone, la protesta animalista è diventata pure fonte di morte: non sapendo più come contrastare il sentimento nazionale, contrario all'attività venatoria, si percorrono strade alternative di denigrazione del comparto sensibile alla vita animale che, di conseguenza, di riversa poi sull'intero sistema ecologico/ambientale».

«Un'occasione persa, per la provincia di Piacenza e per alcuni suoi assessori improvvisati/avvicendati, di chiudere in bellezza accontentando "capre e cavoli" (mai adagio fu più calzante) lasciando ad altri la "patata bollente" della diatriba pro e contro l'attività di abbattimento animale. A questo punto credo sia proponibile una deregulation permettendo a tutti di sparare su tutto; perché non stabilire una fascia oraria per le passeggiate delle famigliole? Chi fosse sorpreso al di fuori degli orari potrà essere cacciato a suon di fucilate. E che dire della scocciatura dei fringuelli che ogni mattino disturbano l'ultimo sonno nelle abitazioni agresti? Autorizzare, solo per quelli, l'utilizzo del silenziatore per abbatterli senza tanto rumore».

«Spesso ci si lamenta che ci sono troppe regole, altre volte che ce ne sono troppo poche: in questo caso dove pende l'ago?
La cosa certa è che non pende mai dalla parte della natura e da troppo tempo crediamo, noi uomini, di poterla eguagliare o, peggio, sostituire con una dopietta».

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