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Cultura

A Piacenza un Museo dell'informatica all’Isii Marconi

Lo ha allestito Mauro Scrivani, ex studente dell'istituto tecnico. «La Scuola ci ha dato tanto, restituiamole qualcosa»

Un museo che racconta la storia dell’elettronica applicata all’informatica, ma non una esposizione  tradizionale di oggetti  “fossilizzati”  conservati dietro teche di vetro, immobili, muti testimoni di un tempo passato dove  i visitatori passano, guardano e vanno via, ma un luogo dove preservare, riparare, conservare, digitalizzare e condividere in rete un patrimonio fatto di hardware, ma anche di documentazione, software, schemi elettrici, libri e media di vario tipo.

L’idea è venuta Mauro Scrivani, ex allievo dell' ISII Marconi, attualmente assistente tecnico di laboratorio presso lo stesso Istituto, che ha concepito  l'idea di creare un Museo di Informatica alcuni anni fa quando si era reso necessario liberare un magazzino da vecchi calcolatori che sarebbero stati  eliminati. La programmata rottamazione dispiaceva a Scrivani perché tutti quegli elaboratori erano dei veri e propri pezzi da collezione ed inoltre riportavano alla mente i bei tempi passati quando ancora gli studenti li usavano nei vari laboratori.  “Per questo – racconta - insieme ad altri colleghi mi sono fatto carico di allestire il Museo con il quale dare una memoria storica di una parte di vita dell’Istituto e nel contempo cercare di restituirgli qualcosa in cambio di tutto quello che ci ha dato a suo tempo.  Personalmente a me ha dato molto, anche se allora non ero riuscito a comprenderlo del tutto. Per questo ho voluto rendergli qualcosa, spendermi per lui, come lui ha fatto per me". 

I pezzi allineati nel Museo provengono dai laboratori di Informatica ed Elettronica dell'ISII ai quali si sono  aggiunte  parecchie donazioni personali di insegnanti e sostenitori. Caratteristica peculiare dell'esposizione è che le macchine presenti sono quasi tutte funzionanti. Questo grazie alla disponibilità di professori di indirizzi diversi che hanno operato sia sulla parte hardware (riparando gli elaboratori danneggiati) che sulla parte software, cercando programmi  ormai fuori mercato; oggi  infatti il reperimento dei ricambi risulta essere assai difficoltoso perché  a suo tempo ogni casa costruttrice utilizzava  hardware e software propri  andati perduti nel tempo. L'idea di base è stata quella di dare "un'anima" propria all'ambiente, cercando di ricreare l'atmosfera dei tempi nei quali gli elaboratori erano operativi. L'arredamento infatti è costituito da vecchi mobili, tavoli e scrivanie già in dotazione  all’ Istituto e che sono stati aggiustati e risistemati. 

"Un primo obiettivo - aggiunge Scrivani - è ora quello di rendere il Museo visitabile, oltre che dai nostri studenti interni, anche da altre scuole e da altre persone interessate a questo tipo di esposizione. Un secondo obiettivo è quello di ampliare il parco degli apparecchi esposti acquisendo altre donazioni ".  Il Museo ha un suo sito, creato da una classe quinta informatica, collegato direttamente con quello dell'ISII (www.isii.it/museo di informatica). Navigando vi si trovano numerose fotografie e documentazione riferita ai vari strumenti esposti. Per ora il Museo è visitabile solo per appuntamento sia facendone richiesta all’indirizzo di posta elettronica dell'Istituto PCIS006006@istruzione.it, sia contattando telefonicamente la segreteria al numero 0523 714811.

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