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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cultura

Alla Feltrinelli “Strategie per arredare il vuoto”, il libro di Marino gratificato dal Premio Calvino

Il libro "Strategie per arredare il vuoto", da alcuni giorni al primo posto nella nostra rubrica "Libri Piacentini" alla quale rimandiamo per la trama, è stato al centro della conversazione, ospitata alla Libreria Feltrinelli, tra l'autore Paolo Marino, giornalista di Libertà dove si occupa prevalentemente di cronaca nera e giudiziaria e Francesco Barbieri, piacentino, regista teatrale, sceneggiatore cinematografico e televisivo

Il libro "Strategie per arredare il vuoto", da alcuni giorni al primo posto nella nostra rubrica “Libri Piacentini” alla quale rimandiamo per la trama, è stato al centro della conversazione, ospitata alla Libreria Feltrinelli, tra l’autore Paolo Marino, giornalista di Libertà dove si occupa prevalentemente di cronaca nera e giudiziaria e Francesco Barbieri, piacentino, regista teatrale, sceneggiatore cinematografico e televisivo. 

Dalla scambio di battute e dalla lettura di alcuni brani del libro, è emersa la vicenda umana di Edo il tredicenne protagonista del libro, narrata con grande impatto: parole taglienti, esatte, crude nella loro semplicità e aderenza alla realtà e al dolore in dicotomia con dialoghi essenziali, riportati senza filtro e senza punteggiature a significare che la profusione delle parole è spesso un flusso ininterrotto quanto inutile…

paolo marino 02-2La missione del Premio nazionale Calvino è lo scovare esordi letterari di valore; l’aver portato questo libro tra i finalisti dell’edizione 2012 ne attesta la validità narrativa tanto più che, per il Comitato di Lettura del premio, il vero vincitore è l’insieme dei manoscritti ammessi alla finale.  Tra le curiosità emerse dalla seducente conversazione i rapporti tra l’autore e una grande casa editrice, Mondadori. Completa sintonia sino alla copertina e al titolo che inizialmente era la “Casa di Edo”, poi l’editore ha proposto (quasi imposto) “Strategie per arredare il vuoto” che, in effetti, suggerisce un’azione di autodifesa del protagonista, alla ricerca di risposta plausibile a un vuoto così improvviso e incomprensibile, che non si può accettare a nessuna età. 

Quasi un Incipit

“… Non mi aspettavo di vederli e capivo che la loro presenza doveva essere carica di significati, sebbene non avessi il tempo di decifrarli. Mi avvicinai a zio Ettore per baciarlo sulla guancia, quando zia Lucia si mise prepotentemente in mezzo e strillando aggirò lo scoglio inerme del marito per corrermi incontro e abbracciarmi.
‘Povero il mio Edo cosa gli è successo al mio Edo piccolo mio piangi bambino mio cosa è mai capitato alla nostra famiglia una disgrazia una disgrazia come faremo come dobbiamo fare ora povero Edo senza la mamma e il papà che disgrazia piangi piccolo mio non avere paura.’

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