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Cultura Ferriere

Anche i "Campagnoli" nel suggestivo percorso musicale del coro Le Ferriere 

Ampio e meritato successo per il Coro polifonico Le Ferriere in occasione del tradizionale concerto d’estate tenuto nella chiesa di San Giovanni Battista, dove l’ensemble diretta dal maestro Massimiliano Pancini ha eseguito una raccolta di brani incentrati sul tema comune dei ricordi.

Durante la serata, su invito del sindaco Giovanni Malchiodi, si sono aggiunte, cinque coinvolgenti esecuzioni del gruppo musicale "i Campagnoli" di Bettola, tra le quali due composte all’interno del gruppo: il primo in memoria dell'alluvione che il 14 settembre 2015 ha devastato la val Nure, e il secondo in memoria dei caduti di Nassiriya.
Il concerto Polifonico si è aperto con "Fiabe", di M. Maiero, che parla delle memorie della vita di un paese, idealmente raccontate da un gelso, testimone negli anni del fiorire delle stagioni. Canti popolari come "Sciur padrun" e "A mezzanotte in punto", hanno raccontato la vita di un tempo non troppo remoto, in cui ci si spostava anche lontano per il lavoro stagionale nei campi, o la realtà paesana in cui due innamorati si davano appuntamenti segreti per parlare d'amore. “La ballata delle corti” di R. Bertoldo, ha richiamato con il suo ritmo di danza le semplici feste, dopo una giornata di lavoro, tra i profumi dell'estate, mentre “Mani di luna” (M. Mariero) ha costituito un momento introspettivo e di suggestioni poetiche semplici e potenti grazie alle sonorità eteree introdotte dal compositore.

 "Joska la rossa”, brano di Bepi De Marzi, ha offerto un momento di meditazione in ricordo della guerra e al significato della pace. Racconta di una ragazza russa, Joska, che accomuna le storie di tanti Alpini reduci dalla campagna di Russia: gli italiani erano invasori, eppure spesso erano accolti nelle famiglie povere. Qualche ragazza si affezionava a loro, al punto da diventare loro confidente o a volte innamorarsene, spesso purtroppo capitava che "Joska" desse ai caduti italiani una pietosa sepoltura.

Nel corso del concerto don Giuseppe Calamari ha ricordato il centenario della fondazione della parrocchia (2 settembre 1917) invitando a una preghiera; appello che il coro Le Ferriere ha raccolto con una “Ave Maria” dalle sonorità semplici e dolci, scritta dallo stesso direttore del coro, il maestro Massimiliano Pancini; a seguire un canto di Bepi De Marzi, “Maria lassù”, che riprende l'invocazione "Ave Maria!" non come un'orazione ma come un momento della giornata, il vespro, quando suonano i rintocchi e il tempo sembra fermarsi in un'atmosfera quasi irreale.
Il ricordo è diventato dolcezza e dolore con il canto sardo "Non potho reposare", di G. Rachel e S. Sini, melodia idealmente cantata da un militare nel viaggio che lo porta verso la grande guerra, con la voce solista di Adelina Aliberti, quindi “Benia Calastoria”, il ricordo per eccellenza: la valle scelta per l'ultimo riposo, in cui nelle memorie ci sono ancora le contrade e perfino il papà di Beniamimo, il protagonista che canta "Sono tornato, per sempre". Ancora i brani di origine statunitense, "Hallelujah" di Cohen, arrangiato dal M° Pancini ", poi il medley di quattro brani tratti dalla colonna sonora del film "Tutti insieme appassionatamente”, musicata da R. Rodgers, nell'arrangiamento di J. Leavitt.
Verso la conclusione del concerto, ringraziamento della presidente del Coro Lucia Demicheli, al gruppo ospite e alla Banca di Piacenza (rappresentata dal titolare dell’Agenzia di Farini Patrizio Pizzasegola), per il sostegno al Concerto il cui gradimento è stato testimoniato dai lunghi applausi tributati a ogni esecuzione.

Nel bis richiesto a gran voce dal pubblico, il coro e la voce solista del tenore Giancarlo Losi, hanno regalato un brano senza tempo dedicato al ricordo più importante di tutti: ”Mamma” (di Bixio-Cherubini, arrangiamento M. Pancini). 

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