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Anche un superstite dei gulag all’inagurazione della mostra a palazzo Galli

Pietro Amani, unico tra i prigionieri piacentini ancora in vita, ha 96 anni e vive oggi a La Verza. Interverrà sabato prossimo 29 ottobre, alle 10.30, nel Salone dei Depositanti di Palazzo Galli, all’inaugurazione della mostra organizzata dalla Banca di Piacenza

Pietro Amani, unico tra i prigionieri piacentini ancora in vita, ha 96 anni e vive oggi a La Verza. Interverrà sabato prossimo 29 ottobre, alle 10.30, nel Salone dei Depositanti di Palazzo Galli, all’inaugurazione della mostra organizzata dalla Banca di Piacenza, intitolata “La tragedia dimenticata – Gli italiani di Crimea” e curata dal giornalista RAI Stefano Mensurati.

La sua storia – e quella di tanti altri prigionieri - ha permesso, dopo oltre 70 anni, di accendere i riflettori sugli archivi dei gulag. Oltre a milioni di russi e di prigionieri di tutte le nazionalità, i campi di concentramento sovietici videro imprigionati, infatti, anche decine di migliaia di militari dello Csir e dell’Armir catturati dall’Armata Rossa durante la disastrosa ritirata e qui in Italia considerati dispersi, a parte le poche centinaia di fortunati che – come Pietro Amani – riuscirono a tornare miracolosamente a casa alla fine degli anni quaranta. Gli archivi del gulag, dove sono meticolosamente registrati tutti i prigionieri in transito, sono stati resi accessibili dal 2007 e oggetto di studio da parte di ricercatori da tutto il mondo.

I risultati della ricerca, finanziata da Assopopolari, sugli italiani di Crimea e sui soldati dell’Armir fatti prigionieri dall’Armata Rossa e finiti ai lavori forzati nel gulag kazako di Karaganda, saranno presentati proprio nello stesso giorno – per la prima volta in Italia - dai ricercatori Heloisa Rojas Gomez e Dmytro Prosvietin. Parteciperà anche, in collegamento Skype dalla Crimea, la coautrice della mostra Giulia Giacchetti Boico. L’inaugurazione sarà riservata alle Autorità e agli interessati che si segnaleranno all’indirizzo email relaz.esterne@bancadipiacenza.it o al tel. 0523 542357.

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