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«L'immobilismo italiano di oggi è figlio della trattativa tra stato e Mafia»

L'attrice Sabina Guzzanti protagonista al cinema Jolly2 di una serata dibattuta e molto partecipata in cui ha presentato il suo ultimo film "La Trattativa": «Trovare i finanziamenti per produrre questo film é stato complicatissimo»

Ironica, pungente, provocatoria: proprio nel giorno in cui tutti i giornali e i siti d'informazione online parlano di lei (a causa di un contestatissimo tweet di solidarietà a Riina e Bagarella riguardo il divieto di assistere all'interrogatorio di Napolitano), l'attrice e regista Sabina Guzzanti è stata protagonista al cinema Jolly2 di una serata dibattuta e molto partecipata.
È infatti con il suo ultimo film, "La trattativa", che la sala d'essai di San Nicolò  ha cominciato a festeggiare nella serata di giovedì 9 ottobre il sessantesimo anno di attività. Una scelta coraggiosa, dal momento che la pellicola della Guzzanti affronta senza censure il delicatissimo e tutt'ora controverso argomento della presunta trattativa Stato-Mafia, dalla strage di Capaci ai giorni nostri.
"Trovare i finanziamenti per produrre questo film é stato complicatissimo - ha spiegato la Guzzanti - era pronto un anno e mezzo fa, e solo oggi siamo riusciti, fra mille difficoltà, a portarlo nelle sale nonostante la Commissione cinema ci abbia negato i contributi e osteggiato in ogni modo". 

"La trattativa - ha proseguito l'attrice - racconta un aspetto della nostra storia che il cinema italiano non ha ancora mai affrontato, ma che condiziona pesantemente il nostro presente, figlio del periodo delle stragi. Il 1992 è stato un anno emblematico, che avrebbe potuto rivoluzionare anche positivamente il nostro Paese: se fosse stato fatto quanto dovuto l'Italia avrebbe potuto dirsi finalmente libera dalla corruzione, grazie a Mani Pulite, e dalla Mafia. Invece ci siamo arenati nelle larghe intese, in un immobilismo di destra e sinistra, che ormai sono la stessa cosa, che proprio della conseguente trattativa fra Stato e mafia è figlio".

Non poteva mancare poi un commento sul controverso tweet inviato dalla Guzzanti nel pomeriggio tramite i social network: "Ho scatenato una marea di polemiche - ha spiegato l'attrice - ma il mio scopo era esattamente quello di provocare una reazione e far riflettere. Perchè Riina e Bagarella non dovrebbero assistere all'interrogatorio di Napolitano? È un loro diritto, garantito dalla legge: ogni imputato ha il diritto di assistere ad ogni parte del processo che lo riguarda. Voglio dire, è stato Napolitano che ha promosso Mori a capo del Ros quando era indagato per la mancata perquisizione del covo di Riina. Perchè? Mi vien da pensare che l'imbarazzo venga più che altro dal fatto che gli avvocati degli imputati, e gli imputati stessi, hanno diritto di controinterrogare. Chissà cosa ne verrebbe fuori".
Insomma, per Sabina Guzzanti a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca.

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