Di chi sono le colpe del cambiamento climatico?
Gli abstract dal “Periti day 2016. La dottoressa Cesena e il prof. Marchetti. Dall'analisi statistica dei dati atmosferici, si evidenzia nei cambiamenti climatici una causa naturale, ma per gli ultimi 150 anni, la Comunità scientifica li ritiene dovuti all'azione dell'uomo, sotto forma di alterazione dell'effetto serra
Dal “Periti day 2016” organizzato da Carlo Mistraletti a Palazzo Galli della Banca di Piacenza - simposio che ha unito il ricordo del medico piacentino Pier Francesco Periti, scomparso il 26 dicembre 1998, alla trattazione di temi multidisciplinari che caratterizzano la complessità della nostra società - proponiamo, grazie alla cortese collaborazione dei relatori, l’abstract del contributo della dottoressa Rosanna Cesena e del prof. Giuseppe Marchetti, sul tema “di chi le colpe del cambiamento climatico? Patologie da inquinamento”.
La convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change), utilizza il termine mutamenti climatici solo per riferirsi ai cambiamenti climatici prodotti dall'uomo e quello di variabilità climatica per quello generato da cause naturali. La storia climatica della Terra, attraversa continue fasi di cambiamenti climatici più o meno rapidi, e ciclici, passando da Ere glaciali ad Ere interglaciali, da momenti di raffreddamento a quelli di riscaldamento. Nello studio dei mutamenti climatici occorre considerare diversi campi scientifici, quindi con caratteristiche di interdisciplinarietà (Fisica, Chimica, Astronomia, Biologia, Geologia). Molti dei parametri che influenzano il clima, sono in lento, ma continuo mutamento (attività solare, caratteristiche atmosferiche, parametri interni o esterni al pianeta), tanto che il clima, sul lungo-medio periodo, non è mai statico, ma sempre in cambiamento, alla ricerca di un nuovo equilibrio, all'interno del sistema climatico, passando da fasi più calde a fasi più fredde. Dall'analisi statistica dei dati atmosferici, si evidenzia una causa naturale fino al secolo scorso, ma per gli ultimi 150 anni, la Comunità scientifica li ritiene dovuti all'azione dell'uomo, sotto forma di alterazione dell'effetto serra.
Proposto nel 1896 dal chimico svedese Svante Arrhenius, l'effetto serra è un fenomeno naturale che assicura il riscaldamento della Terra, grazie a gas naturalmente presenti nell'atmosfera: Anidride carbonica, Ozono, Perossido di Azoto, Vapore Acqueo, Metano. Senza l'effetto serra, la temperatura terrestre potrebbe avere una media inferiore anche di circa 30 gradi centigradi rispetto a quella attuale. Con la rivoluzione industriale e l'uso massiccio di combustibili fossili, la presenza di questi gas capaci di trattenere il calore è molto aumentata nell'atmosfera, causando un anomalo riscaldamento.
Avvenimenti catastrofici possono cambiare l'aspetto della Terra per sempre; l'ultimo avvenne 65 milioni di anni fa. Si tratta di impatti meteoritici di grandi dimensioni che possono provocare un effetto devastante sul clima, liberando grandi quantità di CO2, polvere e ceneri nell'atmosfera a causa di incendi in grandi regioni boschive. Le correnti oceaniche, o marine, sono fattori regolatrici del clima, funzionando come moderatrici. La corrente termosalina nell'Oceano Atlantico, a causa delle differenze di temperatura e salinità risale fino al nord Atlantico, dando vita alla Corrente del Golfo, la quale mitiga le temperature delle coste europee. Secondo la teoria del Global Warming, o surriscaldamento climatico, l'uomo, attraverso le sue emissioni di gas serra, soprattutto CO2 e metano, è responsabile di gran parte del periodo di riscaldamento che sta attraversando oggi la Terra.
Una minoranza di scienziati ritiene sopravvalutato il peso sul clima attribuito all'uomo, ritenendo l'attuale fase di riscaldamento climatico come una fase naturale, opposta ai periodi naturali di raffreddamento climatico. A Marrakech, durante la 22 ma Conferenza mondiale sul clima, l'allarme degli scienziati: tra il 2011 e il 2016, sempre più catastrofi per il riscaldamento globale, trecentomila vittime del clima e danni per 90 miliardi. Le conseguenze del riscaldamento planetario sono: scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello del mare, accelerazione del processo di desertificazione, scarsità delle risorse idriche, carestie. Il riscaldamento globale aumenta la diffusione di virus tropicali (Chikungunya, Dengue, West Nile Virus, Virus Zika); si crea un adattamento dei virus ad un tipo di zanzara che funge da vettore.
L'Istituto Superiore di Sanità ha confermato, in Italia, da giugno ad ottobre di quest'anno, 71 casi umani di West Nile virus, dei quali, 34 di malattia neuroinvasiva. La malattia è trasmessa dalla puntura di zanzare, soprattutto del genere Culex. Le Regioni maggiormente colpite sono: il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna.
In Brasile, oltre 210.000 casi accertati di malattia da virus Zika, 1.475.940 casi di malattia di Dengue, 259.928 casi di infezione di virus della Chikungunya, dall'inizio del 2016, ed in totale 734 casi mortali. Il virus Zika, quando colpisce la donna in stato di gravidanza, può determinare microcefalia fetale, ma è in grado di danneggiare le varie parti del cervello che controllano il movimento, l'equilibrio, il ragionamento e le emozioni.
L'inquinamento favorisce l'incidenza dei tumori? La ricerca scientifica ha messo in evidenza diversi fattori di rischio che assumono una importanza rilevante nella comparsa dei tumori. Molte neoplasie non hanno origine genetica; studi multicentrici hanno dimostrato i geni responsabili del 30.40% nella genesi dei tumori e sarebbero prevenibili: modificando gli stili di vita (abolizione fumo, alcolici), riducendo l'esposizione a sostanze cancerogene chimiche e a radiazioni.
Dalle ultime statistiche mondiali risultano: 17,5 milioni di nuovi casi di tumore e 8,7 milioni di morti nel 2015, secondo il report del Global Burden of Desease Cancer Collaboration, pubblicato su Jama Oncology che conferma l'aumento dell'incidenza della patologia dal 2005 al 2015 del 33%. Sono in aumento soprattutto i tumori di: polmone, stomaco, fegato, mammella, prostata, ma nelle nazioni ad alto tenore di vita prevalgono le neoplasie del colon-retto e negli USA, aumentano anche in persone giovani di 20-30 anni.
In questo periodo, l'inquinamento sta soffocando Pechino, per una nube tossica in Cina. E' massima allerta in Cina, a Pechino, visibilità sotto i 200 metri a causa dello smog, Le concentrazioni di PM 2,5 , hanno raggiunto un picco di 500 microgrammi per metro cubo (per l'OMS, l'esposizione media annuale di particolato fine PM 2,5 non dovrebbe superare 10 microgrammi per metro cubo). A Shijiazhuang, i livelli di PM 2.5 sono impressionanti. Secondo l'Agenzia Xinhua, il livello di particolato ha raggiunto 1000 microgrammi per metro cubo.
Il Ministero della Salute, coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità e sostenuto dall' OMS, ha finanziato un progetto “SENTIERI” per comprendere la situazione sanitaria di diversi luoghi altamente inquinati sparsi in tutta Italia, in cui le condizioni ambientali possono essere causa di malattia e alta mortalità e che devono essere bonificati. Lo studio, oltre alla mortalità, studia l'incidenza oncologica, ricoveri per patologie e indagine epigenetica. Risultano mortalità in eccesso per mesotelioma pleurico nei siti contaminati da amianto, incrementi di mortalità per tumore polmonare e malattie respiratorie sono dovuti ad emissioni di raffinerie e polipetrolchimici e stabilimenti metallurgici. Per le patologie del sistema urinario, in particolare le insufficienze renali, un ruolo causale di metalli pesanti, Ipa (Idrocarburi policiclici aromatici) e composti alogenati. Nei siti inquinati, il tasso di mortalità infantile è più elevato del 4,5 % e danni allo sviluppo cognitivo.
Per incrementi di malattie neurologiche è stato sospettato un ruolo di piombo, mercurio e solventi organoalogenati. L'incremento dei linfomi non Hodgkin è stato messo in relazione con la contaminazione diffusa di policlorobifenili. Preoccupante la crescita dei tumori della tiroide, dove l'incremento è pari al 70% negli uomini e nel 56% delle donne, in zone dove i terreni sono profondamente inquinati da diossina. Nel 1997, l'Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro ha ufficialmente riconosciuto la diossina come cancerogeno umano e numerosi studi hanno evidenziato altri possibili danni alla salute, in particolare, sono a rischio il sistema endocrino, il sistema immunitario anche a dosi molto basse. Stessa importanza per i pesticidi, per i quali, l'accumulo nel corpo umano è responsabile di asma e allergie, ma anche di malattie neurodegenerative, quali: Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla, danni al sistema endocrino e riproduttivo. I principali rischi segnalati per esposizione riguardano i tumori del sangue: leucemie, linfomi, mieloma multiplo ed un rischio elevato di tumore follicolare, forma tumorale molto grave.
Dal primo summit della Terra “La dichiarazione di Rio” a Rio De Ianeiro, nel Giugno 1992, una Conferenza storica mondiale per stabilire il futuro del pianeta, altre conferenze si sono susseguite, ma dalla penultima, nel dicembre 2015 (XXI Conferenza mondiale dell'ONU a Parigi), sono state ratificate più volte le proposte (New York, Hangzhou in Cina, Kigali in Rwanda), convalidate poi nella XXII Conferenza ONU a Marrakech nel novembre 2016. A Marrakech, coinvolti 197 Paesi, fra i quali l'Italia per contrastare il riscaldamento globale, mantenendo l'aumento della temperatura inferiore ai 2 gradi centigradi, riduzione dal 40 al 70% delle emissioni entro il 2050, verifica globale nel 2023, 100 miliardi di dollari ogni anno ai Paesi più poveri, sostituire le fonti fossili di energia: petrolio, carbone e gas, con le rinnovabili.
Dagli studi dell'Agenzia europea dell'Ambiente, risulta che l'Italia ha il primato per numero di morti precoci legate alle polveri ultrasottili. Le nanoparticelle, un milione di volte più piccole delle PM 10 (PM 0,001), sono le più pericolose, in grado di penetrare nelle cellule, di attraversare la membrana nucleare e penetrare nel nucleo. Le nanoparticelle, non essendo composti biodegradabili, rimangono nell'organismo fino a determinare, dopo aver raggiunto una certa concentrazione, le malattie chiamate nanopatologie: vari tipi di cancro, infarto, ictus, malformazioni congenite. Altri pericolosi inquinanti sono il biossido di azoto, legato al traffico veicolare ed al riscaldamento e l'ozono, entrambe le concentrazioni si verificano nella Pianura Padana. L'ozono, pericoloso per anziani e bambini, provoca problemi respiratori e agli occhi. Per quanto concerne il traffico veicolare, dal Centro Internazionale di ricerca sul cancro OMS, una conferma sulla nocività delle emissioni Diesel, cancerogeni certi del gruppo 1 per gli esseri umani, sono associate ad un rischio accresciuto di tumore polmonare e di cancro alla vescica.