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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cultura

«Einaudi, un presidente della Repubblica che entusiasmò i piacentini»

Ricordata dall’associazione dei Liberali piacentini la visita di Luigi Einaudi a Piacenza nel 1949 e commemorata la sua figura a sessant’anni dalla morte

E’ iniziato con un minuto di silenzio l’omaggio che i Liberali Piacentini hanno voluto rendere a Luigi Einaudi, a sessant’anni dalla sua scomparsa, con un incontro nella sede di via Cittadella dove si è in particolare ricordata la visita che da presidente della Repubblica lo statista liberale fece nella nostra città il 30 ottobre del 1949.
Corrado Sforza Fogliani ha sottolineato - tra le tante qualità di Einaudi - il suo «rigore morale» e ne ha ricostruita l’elezione a presidente della Repubblica (il primo, perché De Nicola era stato un capo dello Stato provvisorio) avvenuta poco più di un anno prima dalla visita piacentina: «Andreotti - ha raccontato - alle 6 del mattino andò da Einaudi e gli riferì che De Gasperi alla quarta votazione si era orientato a far votare lui. Einaudi si schermì. “Come faccio a passare in rassegna i corazzieri da Presidente, che sono zoppo?”, disse. Alla fine accettò, grazie anche ad una lunga e risoluta telefonata che da Napoli gli fece Benedetto Croce. Einaudi preparò in fretta e furia il discorso alle Camere, di grande profondità e di cui sono solito evidenziare un passaggio: “Mi mancherà di queste Aule, il piacere intellettuale di poter cambiare opinione sulla base del pensiero di un mio avversario”. La sua - ha proseguito l’avv. Sforza - è stata in un certo senso una presidenza da monarchico qual era, fedele al motto di Casa Savoia “Il Re presiede lo Stato ma non lo governa”. Einaudi non si intrometteva nel potere esecutivo, come fanno oggi».
Robert Gionelli ha quindi raccontato la visita presidenziale del 1949 a Piacenza (sulla quale è anche stato trasmesso un filmato dell’Archivio storico Luce) con l’aiuto di alcune fotografie dell’Archivio Croce proiettate in sala e già utilizzate per la pubblicazione (autore lo stesso Gionelli e distribuita ai numerosi intervenuti) sull’evento, presentata a Palazzo Galli della Banca di Piacenza in occasione del 70° anniversario della visita. «Una giornata intensa per Einaudi - ha rimarcato il giornalista -, con ali di folla entusiasta a salutarlo, perché era un presidente molto amato per il suo modo di fare e di agire». Tre i momenti istituzionali della visita: l’inaugurazione del ponte sul Po, ricostruito dopo le distruzioni belliche, la consegna della medaglia d’argento al merito della Resistenza appuntata al gonfalone di Piacenza in piazza Cavalli e la posa della prima pietra della Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica.
Tra le foto proiettate, quella della visita ad Einaudi nella sua casa di Dogliani - nell’estate del 1961, pochi mesi prima della sua morte - dei piacentini Paolo Fiorani, Nicola Cantù e Corrado Sforza Fogliani, al quale Gionelli ha chiesto come fosse riuscito, a soli 22 anni, ad incontrare quel grande maestro di scienza e di vita, artefice della rinascita economica dell’Italia. «Avevo scritto una recensione su Libertà dell’opera di Einaudi Cronache economiche e politiche di un trentennio - ha spiegato l’avv. Sforza - e pensai di mandargliela. Dopo un po’ di tempo arrivò al giornale una lettera a me indirizzata. Era di Einaudi, scritta a mano: “Io non ho segretaria - diceva - e quindi rispondo a una lettera su cento. Alla sua ho risposto perché mi dà la sensazione che le mie idee abbiano ancora una eco nei cuori giovanili. Non sprechi il tempo - aggiungeva - perché il tempo passa alla svelta” e mi diede un elenco di libri da leggere. Ringalluzzito, gli scrissi ancora e ricevetti di nuovo risposta. La lettera iniziava con “Caro amico” e proseguiva con le indicazioni stradali per arrivare a Dogliani, partendo da Piacenza».
E proprio a Dogliani (Cuneo) l’Associazione dei Liberali Piacentini si recherà per commemorare Luigi Einaudi, sabato 6 novembre. Il programma della visita prevede, tra le altre cose, la visita al Museo a lui intitolato e alla sua tomba. Altra iniziativa, come Circolo culturale “Luigi Einaudi”, l’inaugurazione - martedì 9 novembre, Giorno della libertà, nell’area verde di via Santa Franca - di una stele dedicata alle vittime di tutti i totalitarismi «perché onestà intellettuale e morale vuole - ha osservato l’avv. Sforza - che si parli giustamente di nazismo, ma anche del regime sovietico e dei morti del comunismo, quattro volte superiori a quelli del nazionalsocialismo. C’è bisogno di una grande operazione di verità in Italia. I giovani oggi non sanno delle vittime del comunismo e non raccontare loro la verità equivale a tradirli».

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