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Cultura

Festival del Diritto, non ci sarà una nuova edizione

Il comitato promotore: «Il Festival si ferma e viene consegnato nelle mani della sua città per un cantiere di idee. Speriamo che sia un congedo temporaneo»

Nessuna edizione in onore di Stefano Rodotà, scomparso nel giugno scorso. Il Festival del Diritto nel 2017 non si terrà. A spiegarlo è proprio il comitato promotore del Festival, che da dieci anni si è occupato dell’organizzazione dell’evento che ha portato nella nostra città, nel mese di settembre, protagonisti della politica, dello spettacolo, del diritto, e di diversi settori della vita pubblica del Paese. «“A settembre, a Piacenza, il diritto ci riguarda da vicino”. Questo è lo slogan – fa sapere il Comitato promotore in una nota pubblica sul sito internet - che dal 2007 ha accompagnato ogni edizione del Festival del Diritto. Nel settembre di quest’anno l’aquila bianca in campo azzurro non si presenterà al tradizionale appuntamento. Abbiamo realizzato una mini edizione nella primavera 2017 nella consapevolezza che i dieci anni passati richiedevano di avviare una riflessione sul nostro Festival per delineare un possibile sviluppo futuro.

Il Festival del diritto è stato importante per Piacenza e Piacenza lo è stata per il Festival. Insieme siamo cresciuti e maturati, sentendoci sempre più legati . La città ha ospitato centinaia di relatori di fama nazionale e internazionale:  giuristi,  filosofi, scrittori, economisti, politici, figure di prim’ordine in campo sociale, religioso, delle professioni, dello spettacolo, della musica  e dello sport, ma anche rappresentanti delle più alte cariche delle Istituzioni e degli Enti Locali, imprenditori, giornalisti,  giudici,  avvocati. E ancora: studenti, bambini, rappresentanti di decine e decine di associazioni impegnate in ogni campo, provenienti da tutta Italia e anche dall’Europa.  Abbiamo via via trattato temi di stringente attualità, ma anche precorrendo a volte quel che la cronaca e il dibattito politico portavano all’attualità.

Una battura di arresto, questa di settembre, che ci aiuta a onorare la memoria del padre del Festival del diritto: Stefano Rodotà. E’ stato un grande maestro. Ci ha insegnato a conoscere, apprezzare, amare il diritto. La sua è stata una direzione scientifica entusiasta e di grande rigore. Aperto all’ascolto ma forte e convinto nella difesa delle idee, sapeva coniugare doti di grande tenerezza e mediazione con irremovibili difese di principi sacrosanti. Nella prefazione dell’edizione 2014 ci lascia il senso profondo che da subito ha pervaso lo spirito del Festival. “Il Festival del Diritto di Piacenza ha tra i suoi tratti distintivi quello di aver posto da subito l’esperienza della partecipazione al centro del proprio progetto, prevedendo un ricco programma partecipato e il prezioso coinvolgimento di scuole e associazioni di volontariato.

L’edizione 2014 (Partecipazione/Esclusione) “confermava e rilanciava questa impostazione, affrontando le tante sfaccettature, i problemi, le contraddizioni, che caratterizzano due nozioni per certi aspetti opposte, in tensione tra loro, eppure proprio per questo strettamente collegate. In questo nesso sta uno dei grandi nodi del nostro tempo. Siamo convinti che partecipare e includere sia un progetto civile sul quale valga la pena impegnarsi. Perché questo accada occorre innanzi tutto un dibattito appassionato, rigoroso e aperto, perché non ci sono scorciatoie, semplificazioni né deleghe in bianco che possano supplire all’esercizio del pensiero critico. Il diritto con la sua attività regolatrice fissa criteri di inclusione e di esclusione, fornendo o meno legittimazione sociale ai comportamenti. Un diritto partecipato non potrà che essere un diritto consapevolmente inclusivo. Senza ingenuità e fughe irrealistiche. Ma soprattutto senza cedere alla logica del bunker, che minacciosamente si è affacciata alle nostre società inquiete.

Il Festival dunque si ferma qui, consegnato nelle mani della sua città perché venga avviato un cantiere di idee dal quale possa scaturire una nuova strada che contribuisca a mantenere Piacenza nel panorama nazionale dei luoghi che si nutrono di cultura e ne generano di nuova. Nel prendere  temporaneo – lo speriamo davvero -  congedo, è bello oltre che giusto ricordare tutti coloro  che, in questi dieci anni, hanno creduto nel Festival del Diritto e con il proprio impegno hanno contribuito a realizzarlo: ideatori e promotori, patrocinatori, organizzatori, sponsor economici e sponsor tecnici, collaboratori operativi e media partner. L’elenco è lunghissimo e, colpevolmente, omettiamo  tutte le persone speciali grazie alle quali Piacenza ha potuto vivere questa meravigliosa esperienza».Sul profilo Facebook del Festival numerosi piacentini hanno espresso il proprio rammarico per la mancata organizzazione dell’evento. 

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