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In Santa Maria di Campagna l’unicum di tre antichi organi e un patrimonio di composizioni musicali

Continua la serie di aneddoti e curiosità rivelato dal ciclo di manifestazioni collaterali alla Salita alla cupola della Basilica di Santa Maria di Campagna affrescata dal Pordenone, organizzate dalla Banca di Piacenza e che si protrarranno sino al 10 giugno

Continua la serie di aneddoti e curiosità rivelato dal ciclo di manifestazioni collaterali alla Salita alla cupola della Basilica di Santa Maria di Campagna affrescata dal Pordenone, organizzate dalla Banca di Piacenza e che si protrarranno sino al 10 giugno. Alla sintesi degli interventi di padre Secondo Ballati, della prof. Raffaella Arisi, del dott. Giacomo Marchesi e della dott. Laura Bonfanti, segue ora la conversazione della prof. Giuseppina Perotti.

Nell'ambito delle bellezze pittoriche ed architettoniche della basilica di Santa Maria di Campagna si iscrive un unicum musicale: la presenza cioè di ben tre antichi organi di preminente interesse storico-artistico e, a completamento, un archivio musicale di straordinaria ricchezza e importanza che raccoglie un patrimonio di composizioni per organo, fondamentali per la conoscenza e la storia della musica di chiesa nell'Ottocento italiano. Sono musiche composte da padre Davide da Bergamo, al secolo Felice Moretti, che in Santa Maria di Campagna fu titolare dell'organo magno dal 1818 fino alla morte, avvenuta nel 1863, e da quella tastiera trasse armonie che ne dimostrano l'originalità e l'ispirazione compositiva.

“L’organo collocato in cantoria è opera superba dei Serassi bergamaschi datata 1825-1838 ed è considerato esempio mirabile e sotto certi aspetti anche tecnicamente geniale di organo sinfonico-bandistico che ben rappresenta un'epoca storica musicalmente influenzata ed ispirata al melodramma imperante. I suoi accessori bandistici, completano un disegno sonoro ben caratterizzato per musiche ad indirizzo colto, ma anche di gusto immediato che all'epoca erano seguite con entusiasmo dal popolo e da chi comunque viveva ai margini della vita teatrale. Padre Davide da Bergamo da quella tastiera trasse grandi e originali armonie e fu attento osservatore dello sviluppo che andava assumendo l'organaria italiana, intrattenne rapporti con i maggiori esponenti di quell'arte; fu prodigo di consigli suggerendo l'architettura sonora dei nuovi organi. Nei suoi certificati di collaudo si leggono e apprendono osservazioni dotte così lontane dalla superficialità di certi collaudatori compiacenti, troppo legati ai costruttori”.

Il secondo organo esce anch'esso dalla bottega Serassi, è datato 1836 e vanta una lunga storia. Costruito come organo di casa, era collocato nel principesco palazzo Zanchi di Bergamo, appartenente alla famiglia Serassi. Anche quella tastiera fu toccata da padre Davide il quale, di passaggio a Bergamo, tenne in quel salone un applaudito concerto. Lo strumento passò nel 1839 ai Gesuiti di San Pietro in Piacenza, nel loro oratorio detto la Busazza. Dopo la soppressione dell'ordine venne collocato nel Teatro Municipale (1859). Oggetto di un intervento di restauro della Banca di Piacenza nel 1989, è stato trasportato in Santa Maria di Campagna e destinato primariamente all'uso liturgico. La felice collocazione a terra nell'area presbiteriale ne consente però l'utilizzo a fini di cultura musicale attraverso l'esecuzione di quei concerti per due organi di cui oggi è raro l'ascolto.

Ma in Santa Maria di Campagna - ha evidenziato la prof. Perotti - è avvenuto il miracolo della posa di un terzo organo settecentesco di scuola napoletana di autore ignoto che, seppur parzialmente integrato del materiale originale mancante nel corso di un eccellente restauro, rivela l'appartenenza a quella scuola così bene illustrata negli studi di Ulisse  Prota Giurleo e di Stefano Romano. Si trova nella seconda cappella a destra, collocato a pavimento su basamento indipendente, elegante nelle sue lesene e cornici intagliate e dorate.

E questa terza presenza apre una finestra a nuove esperienze in campo musicale, consentendo l'ampliamento della letteratura attraverso concerti per tre organi, considerati intuitivamente delle autentiche rarità. A questo materiale si associa la biblioteca musicale personale del frate, composta in larga parte da autori coevi. Tutto il materiale, come detto, è stato riordinato e pubblicato in catalogo, mentre con l'Editrice Paideia è in corso la digitalizzazione completa dei manoscritti e la pubblicazione in facsimile.

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