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L’uomo ha predisposizione a riconoscere il pericolo immediato e non i rischi futuri a lungo termine

Al Periti Day organizzato a Palazzo Galli - Banca di Piacenza da Carlo Mistraletti, Antonio Saginario ha tenuto la relazione "Ecologia e salute mentale", affrontando il tema dell'approccio psicologico all'ecologia e sostenibilità ecologica della psichiatria

Al Periti Day organizzato a Palazzo Galli – Banca di Piacenza da Carlo Mistraletti, Antonio Saginario ha tenuto la relazione “Ecologia e salute mentale”, affrontando il tema dell’approccio psicologico all’ecologia e sostenibilità ecologica della psichiatria. Il relatore è dirigente psichiatra del Dipartimento di Salute Mentale di Piacenza e professore a contratto di psichiatra dell’Università di Parma. 

L’Antropocene è l’attuale epoca geologica, così definita per la rilevante e crescente attività dell’uomo, tale da influenzare la vita sulla Terra e  presenta sfide ecologiche globali quali: cambiamento climatico e buco dell’ Ozono, perdita della biodiversità (VI estinzione di massa), inquinanti atmosferici, luminosi, acustici. Deforestazione e desertificazione, paesaggio deturpato.

Dal 2000 si è sviluppato un nuovo filone di ricerca ecologia comportamentale che studia il ruolo rilevante, prima trascurato, dei comportamentali animali e, in particolare, degli umani sull’ambiente, affiancando l'ecologia scienza biologica di base e la medicina ambientale, la scienza clinica applicata. Diversi sono gli approcci proposti per affrontare la sfida ecologica: tecnologici, leggi e sentenze,arcaico tradizionalista, luddista (ritorno all’Arcadia pastorale), decrescita felice, teologia ecologica espressa nell’enciclica papale ”Laudato sii” e altri.  L'ecologismo è diventatoanche ideologia e movimento politico (Verdi) e perfino filosofia e nuova religione. Accanto a questi approcci va ricordato che la condotta patologica predatoria dell’uomo verso gli altri viventi può essere risolta solo con cambiamento psicologico. Nel libro Ecopsychology (1992) Roszak sostiene che l’ecologia necessita della psicologia e la psicologia a sua volta dell’ecologia; bisogna vedere i bisogni del pianeta e della persona in continuità. Il sociobiologo Wilson sostiene di basare l’impegno ecologista sull’ipotesi dell’affiliazione emotiva innata degli uomini verso gli altri viventi. I comportamenti umani cambiano la biosfera e gli uomini sono, a loro volta, colpiti dai cambiamenti ecologici negativi.

Lo scopo dell’applicazione della psicologia in cambio ambientale consiste nel descrivere e spiegare condotte e decisioni umane che provocano inquinamento.La sfida ecologica dal punto di vista psicologico risulta difficile perché l’uomo  ha predisposizione  a riconoscere il pericolo immediato e non i rischi  futuri a lungo termine; non percepisce la tossicità ambientale perché noncompare nella storia evolutiva  e inoltre l’industrializzazione ha soddisfatto bisogni umani di base di sopravvivenza e sicurezza.

 Esistono altre barriere psicologiche (Giffordnel 2011) quali limitazioni del funzionamento cognitivo dell’uomo, ancora «paleolitico», basato sull’esperienza personale e su modelli semplicistici, abitudine: perché devo cambiare, se gli altri non lo fanno? attaccamento ancora debole e poco diffuso alla natura dei  nostri luoghi  e al paesaggio; meccanismi psicologico di negazione e sfiducia  nelle proposte degli studiosi.

Alcune risposte psicologiche di fronte alla sfida ecologica sono la negazione attiva con ricerca di gratificazione da consumi, l’apatia, disinteresse con fatalismo: preoccupazione ma senza stimoli al cambiamento di stile di vita, sviluppo di ansia ambientale abnorme.

 Le conseguenze dell’inquinamento ambientale portano a disturbi post-traumatici  quali il lutto da perdita di un ambiente confortevole e ristoratore (Solastalgia), aumento di irritabilità e condotte violente favorito da  riscaldamento e dall’inquinamento acustico,  turbe del sonno collegate all’iper- illuminazione. 

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