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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cultura

"L'uomo senza qualità": il capolavoro di Musil illustrato all'associazione Dante

L’attività culturale della Dante Alighieri. La prof. Valeria Palmas ha illustrato l’uomo “senza qualità”, capolavoro dello scrittore austriaco Robert Musil (1880-1942). In calendario: Gromi, Rosato, Biasini, Rizzuto, le prof. Forlani, Costa, l’arch. Dolfi, Pareti e un concerto classico leggero.

Sala gremita alla Galleria Ricci Oddi, in occasione della ripresa degli incontri tematici culturali del nuovo anno sociale della Società “Dante Alighieri” di Piacenza. Unanimi e prolungati applausi hanno salutato la professoressa Valeria Palmas, relatrice di una coinvolgente trattazione di un argomento di indubbia difficoltà e significato: l’uomo ‘senza qualità’ nella letteratura del ‘900. La dissoluzione dell’individuo e la crisi della modernità”, tema reso dalla relatrice con scioltezza e comprensibilità e con piena soddisfazione da parte degli intervenuti.

L’uomo “senza qualità” - capolavoro dello scrittore austriaco Robert Musil (1880-1942) e dai contenuti di portata mondiale - traduce la “realtà” da una secolare concezione di un “tutto ordinato e ben delimitato” ad una concezione di “continuo divenire di vicende”, fortuite, in cui il nostro “io” si disgrega di volta in volta.

Di conseguenza, ci si viene a trovare in una vita priva di fermi punti di riferimento, in quanto tutto si caratterizza in un procedere episodico del cammino dell’individuo: questi, in tal modo, viene a perdere la propria identità, in quanto finisce col disperdersi in un’interminabile contemporaneità sempre più avulsa dagli schemi del passato. Ogni momento di questa frammentazione elide ogni altro, è un momento sempre diverso.

La “Modernità” ha eliminato le “gerarchie”, cioè la struttura piramidale che caratterizzava l’Antichità: la Modernità è “orizzontale”; non nel senso che non vi siano più gerarchie, ma nel senso che queste “mutano continuamente” in quanto prive delle condizioni che ne garantiscano la fermezza.  In una società in perenne divenire, viene meno nell’uomo il nucleo portante perché le qualità possano inserirvisi: di qui, l’“uomo senza qualità” e la sua crisi di identità, “in una con” la crisi contestuale della società. La devastazione della realtà, privata di qualsiasi consistente o duraturo significato nei “valori” o “vie” da seguire, porta alla dissolvenza sociale, e fa emergere tutto il “nulla” che si cela dietro le inutili apparenze e le vacue convenzioni.

In un contesto concettuale siffatto, tutto dunque diviene relativo. L’uomo afflitto dal senso della mera “possibilità”, e quindi dall’imprevedibilità delle azioni umane, non può riconoscersi “qualità” reali che siano, cioè, espressione di una “propria ferma identità”: è, dunque, un uomo “senza qualità”.

Robert Musil descrive tale visione attraverso un’opera in tre parti (di cui l’ultima incompiuta per la morte dell’Autore), opera monumentale sotto l’aspetto della sua voluminosità, ma soprattutto colossale dal punto di vista “qualitativo”, e tale definita a livello mondiale. È attraverso il personaggio di Ulrich (ingegnere ed Ufficiale nell’Impero Absburgico dei primi del ‘900), protagonista dell’opera) e l’ambientazione in Vienna, che Musil sottolinea profondamente in tal modo la crisi dei valori esistenziali dell’uomo, esplosa in particole col ‘900, e che appaiono atrocemente assumere quasi un carattere di irreversibilità nel nostro nuovo millennio.

Il consistente calendario spalmato sui mesi da febbraio a giugno, promosso dal sodalizio presieduto dal dottor Roberto Laurenzano,  prevede incontri che spaziano dalle tematiche dell’attualità alla cultura. Nell’ordine, dopo Alberto Gromi, sono previsti gli interventi di: Michele Rosato, Giuseppe Biasini, Gaetano Rizzuto, Maria Giovanna Forlani, Valeria Costa, Tiziana Dolfi, Stefano Pareti, un concerto classico leggero interpretato da Corrado Casati, Alberto Angeleri, Federico Vitali, Gianni Zucca e la visita guidata alla città di Ravenna.

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