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«Piacenza ebbe un ruolo significativo nell’opera urbanistica e storico culturale di Ravenna»

Con una ben congegnata e partecipata visita a Ravenna, la Società “Dante Alighieri” di Piacenza ha chiuso l’attività del primo semestre. Nella dettagliata visita alla città, la guida locale ha evidenziato come Piacenza non sia stata estranea all’opera urbanistica ravennate

Con una ben congegnata e partecipata visita a Ravenna, la Società “Dante Alighieri” di Piacenza ha chiuso l’attività del primo semestre. Nella  dettagliata visita alla città, la guida locale ha evidenziato come Piacenza non sia stata estranea all’opera urbanistica ravennate e per taluni importanti aspetti storico-culturali; a cominciare dal cardinale piacentino Giulio Alberoni che ebbe un significativo ruolo nelle rilevanti opere di bonifica e di ristrutturazione fluviale che interessarono il territorio urbano di Ravenna, capitale dell'Impero Romano d'Occidente dal 400 d.C., e poi comunque residenza imperiale fino alla fine dell'Impero Romano d'Oriente avvenuta nel sec. XV.

Il “Sepolcro-Cappella” di Dante Alighieri, dopo svariate sistemazioni e strutturazioni nel corso dei secoli ebbe definitiva sistemazione ad opera dell’architetto Camillo Morigia, il medesimo che progettò la facciata della “nostra” basilica di sant’Agostino, sullo Stradone Farnese. Ma anche un altro insigne architetto piacentino  ha avuto ruolo essenziale nella metà del secolo appena decorso: Giulio Ulisse Arata,  progettista della cosiddetta “zona dantesca” nel suo complesso, caratterizzata da una effettiva quiete naturale ed urbanistica. Un ultimo “ricordo” è stato per il  grande ecclesiastico e grande “comunicatore di recente scomparso, l’eminente cardinale Ersilio Tonini.

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