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Cultura

Quando nei calendari piacentini c'erano ricette, proverbi, e i consigli sulle coltivazioni

Ci avviciniamo all’anno nuovo sfogliando i calendari del 2016 attraverso storia, aneddoti, immagini con panorami, scorci, persone pubblicate nei 12 mesi dell’anno dai calendari che comuni, enti ed associazioni ci faranno pervenire in formato digitale o cartaceo. Iniziamo la nostra carrellata con un viaggio a ritroso ricordando i vecchi almanacchi piacentini

Ci avviciniamo all’anno nuovo sfogliando i calendari del 2016 attraverso storia, aneddoti, immagini con panorami, scorci, persone pubblicate nei 12 mesi dell’anno dai calendari che comuni, enti ed associazioni ci faranno pervenire in formato digitale o cartaceo.

Iniziamo però la nostra carrellata con un viaggio a ritroso ricordando i vecchi almanacchi piacentini pubblicazioni diffuse già a metà Settecento.

Nelle loro pagine, sempre di facile lettura, si trovava il calendario classico, le fasi lunari e rubriche con un po' di tutto: la tariffa delle monete, la partenza e l'arrivo delle poste, le date di nascita dei principi d'Europa, l'elenco degli arcivescovi, vescovi e abati, i consigli sulla coltivazione di orti e giardini; le ricette della nonna, le fasi lunari, i proverbi, le fiere, le feste religiose, le previsioni sul futuro e su quello astrologico-meteorologico strettamente legato alle cadenze religiose; consigli sul gioco del lotto, per l’orto e il giardino, notizie utili per il lavoro, per lo svago e per risolvere i piccoli problemi quotidiani.

Ma anche biografie e profili di personaggi illustri, “Fatti di Patria e Curiosità”. Oltre agli almanacchi c’erano le Strenne Piacentine “umilissime creature dell’arte di scrivere, che possono valere alla diffusione di utili e savi ammaestramenti assai più d’ogni trattato; favorite dalla stessa loro piccolezza e dal tenue loro costo sanno penetrare in ogni luogo e con quella loro semiseria apparenza riescono a farsi leggere da tutti, perfino da coloro cui la lettura è una noia od una apatia”. Per la maggioranza della popolazione questi libretti di poche pagine di carta scadente e con qualche illustrazione, erano l'approccio alla carta stampata. Tra la seconda metà del Settecento e sino alla fine dell’Ottocento costavano 20/60 centesimi di lira.

Questi libretti di poche pagine per la maggioranza della popolazione erano l'approccio alla carta stampata. Alla Biblioteca comunale Passerini Landi troviamo: 

- Effemeride Piacentina edita da Pier Filippo Giacopazzi dal 1731 e dal 1792 da Niccolò Orcesi.

- Il vero calendario Piacentino, anno 1756.

- Nuovo Calendario Piacentino, editore Andrea Bellici Salvoni dal 1773. 

- Almanacco Piacentino, editore Giuseppe Tedeschi. Anno 1770.

- L’orbo che ci vede, anno 1778 stampato presso Gio. Battista Baggiani.

- Il Gran Newtoniano per l’anno bisestile 1784, presso Giuseppe Tedeschi.

- L’Antico  e vero Solitario Piacentino per l’anno 1795, a cura di Padre Agostino da Piacenza. Ad opera di diversi editori è ancora oggi in edicola.

Tra l’800 e il ‘900 si aggiunsero una ventina di nuovi titoli. Tra questi “Il Doppio Pescatore di Chiaravalle” – edito dalla metà Ottocento dalla tipografia Pennaroli di Fiorenzuola d’Arda – diffusissimo oltre a Piacenza, in Italia, Africa, Asia, Americhe e in molti stati europei. Nel 1870 stampava 200.000 copie; alla metà del 900, la tiratura dichiarata era ancora di 150.000 copie.

Nella prossima puntata i calendari del ‘900 e nelle successive quelli dei giorni nostri.

Effemeride anno 1731-2

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