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Rubini e Gentilotti: un tandem di “archeologi”che recupera l'opera di Romolo Moizo

Il libro "La Disperata" e saggi, articoli e foto di Romolo Moizo, scrittore senza tempo

Romolo Moizio (1888-1955). Di origini piemontesi, intraprende la carriera in magistratura diventando pretore a Bardi e Borgonovo Val Tidone; è poi giudice al Tribunale di Cremona, Reggio Emilia e infine nella nostra città, dove si stabilisce definitivamente diventando, nel 1946, sostituto Procuratore Capo.Parallelamente si dedica anche alla scrittura, pubblicando articoli e racconti su Libertà e su altri quotidiani e periodici nazionali. Coltiva la passione per lo sport e proprio in quest’ambito prosegue la sua attività letteraria con il romanzo “La Disperata”con cui nei primi anni Trenta, arriva secondo nel concorso letterario bandito dalla Federazione Italiana Gioco Calcio per opere a soggetto sportivo. Partecipa di nuovo al concorso nel 1934 ottenendo questa volta il primo posto con il suo secondo romanzo, Hansa Scrum (pubblicato l'anno successivo), che vede come protagonista l'omonimo modello di pallone di fabbricazione tedesca, in voga all'epoca. Prosegue nel campo della letteratura con novelle piene di brio e umanità ottenendo grande consenso editoriale nazionale.

Occasione per rinverdirne il ricordo è l’iniziativa promossa dalla Famiglia Podenzanese con la ristampa anastatica del libro sportivo de “La Disperata” - che si fregia della copertina ideata da Osvaldo Bot - abbinata a un secondo libro dedicato a Romolo Moizoscrittore senza fine in cui è tratteggiata la figura di Moizo scrittore, romanziere e giornalista attraverso tanti suoi scritti, fotografie e documenti dell’epoca.

Entrambi i volumi sono stati presentati a Palazzo Galli-Banca di Piacenza da Robert Gionelli in dialogo con il giornalista Paolo Gentilotti, capo dei Servizi Sportivi di Libertàe collaboratore della Gazzetta dello Sport e di altre importanti testate nazionali, Alessandro Biolchi colonna della redazione sportiva dell’emittente satellitare Skai, Ippolito Negri, fondatore, tra l’altro, con il compianto Luigi Paraboschi dei Quaderni di cultura piacentina l’Urtiga e con Gianni Rubini,presidente della Famiglia Podenzanese. E’ lo stesso Rubini a spiegare perché la "Famiglia Podenzanese”, da sempre impegnata nel riportare alla ribalta e all'attenzione del pubblico il meglio di quanto prodotto dalla saggistica storico-sportiva e non, si è cimentata questa volta nella realizzazione di una nuova e innovativa iniziativa quale è l'uscita in contemporanea di due volumi. “La Disperata” racconta le vicende di una squadra di calcio e del paese in cui nasce e si sviluppa, fino a diventare il centro stesso della vita della comunità. Un godibilissimo spaccato della provincia padana dell'epoca. Il nome del paese e dei personaggi descritti sono di fantasia, ma pare che il paese di riferimento sia Borgonovo, dove l'autore (magistrato) ha esercitato il ruolo di Pretore. Il secondo volume, scritto da Gentilotti con Rubini, punta l'obiettivo su Romolo Moizo, autore capace come pochi di ammirare e mettere in risalto (Libertà del 13 agosto 1947) bellezze quale la chiesetta di Maiano.

Moizo – scrive Pietro Visconti nella presentazione del libro - dà voce al fascino straordinario di uno sport, il nostro sport preferito, e fissa come su un film in carta i sentimenti che muove. Ottant'anni dopo, scavallando tra l'altro un millennio, quel che ha scritto riemerge e parla una lingua sorprendentemente moderna, vitale. Un po' merito suo, un po' merito del calcio. Ma senza gli “archeologi” Gentilotti e Rubini questa rigenerazione sarebbe rimasta "in mente dei”. Invece, da più o meno un decennio, il tandem Gentilotti-Rubini esplora la miniera del calcio piacentino e ne estrae squarci di storia popolare. Paolo è il giornalista di razza, molta sostanza e pochi fronzoli, che da quasi quarant'anni (non par vero, eppure ...) dalla tolda di "Libertà" punta il binocolo sullo sport piacentino, calcio in primis. Gianni è il decano del calcio di casa nostra. Ma forse è meglio dire, a questo punto, factotum. I ruoli li ha fatti tutti: giocatore, allenatore, scopritore di talenti, motivatore di tanti ragazzi con piedi buoni; avvistatore di curiosità, personaggi, storie con il comune denominatore del pallone.

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