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Giovedì, 25 Aprile 2024
Storia piacentina

«Stradone Farnese, un “unicum” che rivoluzionò l’urbanistica piacentina»

I contributi scientifici degli studiosi protagonisti del recente convegno sulla dinastia farnesiana: «Determinò il passaggio dall'urbanistica medioevale a quella moderna»

Notevole interesse ha accompagnato la giornata di studi del convegno internazionale organizzato dall’Istituto Araldico Genealogico Italiano e dalla Banca di Piacenza al PalabancaEventi, con il patrocinio della Confédération Internationale de Généalogie etd’Héraldique dal titolo “I Farnese, una grande dinastia, nascita, affermazione ed alleanze nella storia europea”. 
La cortese disponibilità del presidente dell’Istituto Araldico Genealogico Italiano – IAGI, Pier Felice degli Uberti, unitamente a quella di Marco Horak, ci consente di offrire in lettura una estesa sintesi delle relazioni presentate dai numerosi  studiosi chiamati a dare il proprio contributo scientifico. 
Oggi presentiamo il contributo scientifico della professoressa Valeria Poli "I Farnese e l’urbanistica moderna"

L’indagine documentaria, condotta in sede locale, permette di riscontrare l’esistenza di normative in materia edilizia che, già in età moderna, disciplinano l’intervento privato orientando le dinamiche insediative e le scelte tipologico-stilistiche testimoniando il ruolo svolto dal contesto piacentino nella definizione disciplinare.  
La legislazione statutaria, in materia di disciplina edilizia, viene integrata da precise norme che permettono di gestire la trasformazione della città. Si tratta di favorire l'edificazione su strada mediante una trasformazione tipologica, resa possibile dall'applicazione del già ricordato diritto di prelazione esercitato sul vicino (1494, 1507, 1582), legando quindi la proprietà privata e la trasformazione dello spazio pubblico cioè ornato e politica in quanto il sistema di finanziamento degli interventi pubblici (per es. pavimentazioni di strade e piazze o l’indennizzo dei proprietari per la creazione di strade e piazze) si basa sulla tassazione della proprietà privata in relazione alla dimensione del fronte su strada. Risulta evidente come si vogliano legare le due occasioni di trasformazione della città, il tracciamento di nuove mura e di nuove strade, avvalendosi dello strumento della demolizione per pubblica utilità alla luce del ripensamento del significato stesso di strada come specchio del nuovo concetto di ornato esteso a tutto il tessuto urbano. La città, quindi, si costruisce attraverso l'interazione tra il pubblico e il privato mediante lo strumento della licenza edilizia che viene concessa riconoscendo al privato il ruolo di fondamentale artefice della renovatio urbis. 
La novità introdotta dal duca Pier Luigi Farnese, con l'or¬dine del 17 gennaio 1547, è la creazione di una congregazione di politica et ornamento ossia di un organismo, con il compito della gestione sia ordinaria che straordinaria della città, che dispone dei mezzi economici e di un personale stabile (gli edili, il perito e l’architetto). 
Il piano urbanistico piacentino è valutabile a partire dalla realizzazione del fronte bastionato, ma è verificabile su tutto il tessuto urbano dove si concretizza un preciso programma di riordino viario anticipando i più celebrati piani urbanistici dell'età tardo cinquecentesca. Lo stradone Farnese rappresenta, in questo senso, un unicum nell'area padana. E' proprio con questo cantiere, e la precisa normativa inerente, che è identificabile il passaggio dall'urbanistica medioevale a quella moderna. Il nuovo asse viario, a confine tra la città costruita e gli orti come testimoniato dalle prime planimetrie urbane, è il risultato dell’applicazione di una precisa normativa al precedente tracciato della strada di S. Bernardino, che costituiva un percorso alternativo alla più antica francigena come testimoniato dalle presenze di numerosi edifici a dedicazione mariana costruiti dal XII al XIII secolo. 
Oltre allo stradone Farnese è da ricordare anche il piano di intervento sulla rete stradale che crea una serie di collegamenti tra il tessuto edificato e il fronte bastionato intervenendo soprattutto in quella zona inedificata che, inglobata già dalla città sforzesca, ora diviene occasione dell'ultimo ampliamento del tessuto urbano. La nuova trama viaria risulta impostata secondo la logica delle croci di strade permettendo di riscontrare l'attenzione ad alcuni luoghi urbani puntando sulle potenzialità scenografiche fornite dalla creazione di piazze in relazione all'emergenza monumentale. 


L’AUTRICE. Valeria Poli: laureata in architettura, ha dedicato studi e approfondimenti storici ed architettonici sulla Piacenza del passato pervenendo alla pubblicazione di numerosi e apprezzati articoli e libri. E’ docente di storia dell'arte al Liceo Artistico Cassinari di Piacenza, attività alla quale affianca quella di saggista e divulgatrice culturale.
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