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Cultura

Studi Farnesiani, i legami di Barnaba II Dal Pozzo con il Pordenone

Il prof. Horak, a conclusione del suo lungo e apprezzato intervento al convegno di Studi Farnesiani, ha voluto sottolineare i legami fra Barnaba II Dal Pozzo e Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone (Pordenone, 1483 – Ferrara, 14 gennaio 1539), anche in considerazione dell’accresciuta popolarità postuma che il grande pittore sta riscuotendo a Piacenza

Il prof. Horak, a conclusione del suo lungo e apprezzato intervento al convegno di Studi Farnesiani, ha voluto sottolineare i legami fra Barnaba II Dal Pozzo e Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone (Pordenone, 1483 – Ferrara, 14 gennaio 1539), anche in considerazione dell’accresciuta popolarità postuma che il grande pittore sta riscuotendo a Piacenza in occasione delle manifestazioni culturali promosse dalla Banca di Piacenza in Santa Maria di Campagna, tutte imperniate sulla suggestiva salita al ciclo di affreschi realizzati dal Pordenone. In effetti sia Giovanni Battista Armenini, in De’ veri precetti della pittura, Ravenna 1587 pag. 118, sia Giorgio Vasari, nelle Vite de’ più eccellenti architetti, pittori et scultori… vol. II pag. 775, ci testimoniano la presenza del grande pittore nel giardino del palazzo dei Dal Pozzo, dove avrebbe dipinto “alcuni quadri di poesia” (cfr. Vasari, cit.) o più precisamente “alcuni grandi quadri con ornamenti pieni di cose Poetiche, con un far molto novo  et straordinario” (cfr. Armenini, cit.).  Ad ulteriore riprova del legame fra Barnaba Dal Pozzo e il Pordenone valga la presenza al Kunsthistorisches Museum di Vienna di un ritratto, già attribuito all’ambiente del Tintoretto, che il Pettorelli ha correttamente assegnato al Pordenone sulla base di notizie storiche desunte da Carlo Ridolfi (cfr. C.Ridolfi,” Le meraviglie dell’arte, overo le vite de’ g’illustri pittori veneti… “, Venezia, 1648 pag. 112). Ebbene, il ritratto in parola dovrebbe essere proprio quello raffigurante Barnaba Dal Pozzo che il Ridolfi riferisce “con pelliccia di gatti e guanto in mano” descrivendo nel contempo la fisiognomica del volto in questi termini: “la maschia testa dalla fronte un po’ bassa e dagli zigomi sporgenti, ha gli occhi vivi e penetranti, il naso forte e la bocca stretta, con il labbro inferiore sporgente come in chi medita o fissa con attenzione: capelli che incominciano a farsi grigi, baffi sottili declinanti, e un po’ di barba con un pizzo che raggiunge il labbro rovescio” . A maggior sostegno dell’attribuzione al Pordenone del ritratto ora a Vienna (la cui posa e i cui ornamenti coincidono perfettamente con la precisa descrizione del Ridolfi), Horak riferisce che uno degli ormai rarissimi discendenti dei Dal Pozzo Farnese (peraltro solo per via femminile, come la stessa madre del prof. Marco Horak, recentemente scomparsa), il m.llo elicotterista in congedo sig. Guido Guasconi , discendente di Amalia Dal Pozzo Farnese (che sposò il sig. Giuseppe Guasconi di Borgonovo), presente fra il numeroso pubblico che ha assistito agli atti del Convegno Internazionale di Studi Farnesiani, evidenzia un’impressionante somiglianza nella fisiognomica del volto con il ritratto di Barnaba Dal Pozzo Farnese attribuito al Pordenone. Chiaramente ciò non costituisce, come ha spiegato lo stesso prof. Horak, una prova scientificamente inconfutabile, ma resta la curiosa circostanza di un livello di somiglianza incredibilmente elevato, tanto da costituirne una sorta di sosia contemporaneo dello storico personaggio piacentino! In sala era pure presente il dott. Camillo Giacoboni, anch’egli discendente per linea femminile dei Dal Pozzo Farnese, ramo del conte Alfonso, marito di Emilia dei conti Roncovieri e ciambellano ducale.  

STEMMI FARNESIANI DENTRO E FUORI DAL DUCATO DI PARMA E PIACENZA

Si è poi tornati a parlare ancora della storica famiglia dei Dal Pozzo Farnese anche durante l’interessantissimo intervento finale del conte dott. Pierfelice degli Uberti, il quale ha illustrato “Alcuni stemmi farnesiani dentro e fuori dal ducato di Parma e Piacenza”, soffermandosi diffusamente sulle raffigurazioni araldiche contenenti elementi derivanti dallo stemma farnesiano, con particolare riferimento a case reali e famiglie regnanti in genere. A conclusione dell’applaudito intervento, il dott. Pierfelice degli Uberti ha voluto ricordare come lo stemma dei Dal Pozzo Farnese – che venne inquartato con i gigli farnesiani d’azzurro in campo d’oro per concessione ducale – sopravvive tuttora in quanto incorporato nello stemma italiano della famiglia Horak. Infatti l’ultimo Re d’Armi di Spagna, in forza dei poteri riconosciutigli dalla legge, ebbe a rilasciare ad Italo Veraldo Venceslao Horak (1920-2007), defunto marito di Chiara Bianca Maria Giulia Scotti (1928-2017), una Certificazione di Genealogia ed Arma, omologata dal Ministero di Giustizia in Madrid il 16 gennaio 1990. Detto documento ufficiale ben riassume sia il profilo genealogico delle due famiglie unite per alleanza matrimoniale, sia l’arma di alleanza che comprende gli stemmi delle stesse famiglie.  Detta arma si configura come un partito semitroncato: nel primo di rosso ai tre corni contrapposti d’argento (Horak); nel secondo d’azzurro alla banda d’argento accompagnata da due stelle d’oro (Scotti); nel terzo: a) d’oro ai gigli farnesiani d’azzurro, b) d’azzurro al pozzo al naturale murato di nero, sostenuto da due draghi al naturale, affrontati e controrampanti, linguati di rosso (Dal Pozzo Farnese). 

Tale atto ufficiale, ancorché emanato in Spagna, è da ritenersi del tutto valido anche nel nostro paese sulla base sia delle norme comunitarie, sia degli accordi bilaterali che regolano i rapporti fra Italia e Spagna e che prevedono il completo reciproco riconoscimento dei rispettivi ordinamenti giuridici e normativi.  Pertanto, grazie alle notizie storiche esposte e illustrate nel corso del Convegno Farnesiano dai relatori Horak e  Pierfelice degli Uberti, possiamo affermare che la storica casata piacentina dei Dal Pozzo Farnese, estintasi in linea maschile un secolo fa, continua ad essere indirettamente rappresentata  attraverso i discendenti  del conte Alfonso, ciambellano ducale scomparso nel 1823 (con il dott. Camillo Giacoboni ed i suoi parenti e con gli eredi di Chiara Bianca Maria Giulia Scotti) e quelli della contessa Amalia (con il m.llo Guido Guasconi), nonché sotto il profilo araldico attraverso lo stemma rilasciato dal Re d’Armi di Spagna e descritto con rigore scientifico da Pierfelice degli Uberti.

Per un approfondimento dell’interessante tema dei rapporti fra i Dal Pozzo e i Farnese si fa rinvio al già citato contributo di Maurizio Gariboldi, pubblicato su “Bolletino Storico Piacentino” , anno CXII, fascicolo 2°, luglio-dicembre 2017, nonché alla futura pubblicazione degli Atti del Convegno Farnesiano, la cui distribuzione è prevista a fine anno.

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