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Economia

2014: per le Nazioni Unite l'anno dell'agricoltura a conduzione familiare

Repetti (Confagricoltura): l'impresa familiare deve essere moderna e competitiva

L’Italia conta 1,6 milioni di aziende agricole e molte di queste sono aziende a conduzione familiare (circa il 90 per cento del totale sono infatti family farming secondo il Centro Studi di Confagricoltura). Ma si può aggiungere di più: la Federazione Nazionaledell’Impresa Familiare Coltivatrice di Confagricoltura di fatto già associa, rappresenta e tutela 151mila imprese in tutta Italia che garantiscono ogni anno occupazione per oltre due milioni di giornate di lavoro. “Giudico molto positivamente l’attenzione che l’Europa dedica all’agricoltura a conduzione familiare. Questa forma d’impresa, ad oggi, è ancora quella più diffusa nell’agricoltura italiana. È giusto dare attenzione a questo tipo d’attività che vanta un’enorme capacità produttiva e che, con la celebrazione del 2014 come anno dedicato al family farming dalle Nazioni Unite,  viene sottolineata e riconosciuta a livello mondiale”. Questo il commento di Stefano Repetti, presidente del Sindacato Impresa Familiare di Confagricoltura Piacenza al convegno "L'agricoltura familiare nel Nord e nel Sud. Come far fronte alle stesse sfide?” tenutosi a Bruxelles il 19 febbraio ed indetto congiuntamente da WFO (Organizzazione Mondiale degli Agricoltori) e Copa-Cogeca (il Comitato delle Organizzazioni agricole e cooperative europee). In un Consiglio Informale dei Ministri dell’Agricoltura, tenutosi a Vilnius dall’8 al 10 settembre scorso, sono state individuate tre priorità per promuovere lo sviluppo di questo tipo di agricoltura: sottolinearne il valore quale modello per realizzare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; creare un quadro istituzionale favorevole; rafforzare l'agricoltura a conduzione familiare all'interno della catena di approvvigionamento alimentare. “Condivido le linee individuate dai Ministri dell’Agricoltura - sottolinea Repetti – perché è cambiata la tipologia dell’impresa agricola: le famiglie non sono più numerose come una volta, per contro le imprese sono chiamate ad essere competitive, quindi, al di là della forma societaria, bisogna essere imprenditori. E’ dunque corretto ed importante che ci si interroghi per individuare ed attuare azioni politiche, sia a livello europeo che nazionale e regionale, tali da migliorare la sostenibilità delle aziende agricole a conduzione familiare. Servono azioni di sostegno all’innovazione e alla redditività di lungo termine, incluso il trasferimento di terreni, l'accesso al capitale e una revisione complessiva della legge sui contratti d’affitto. Sarebbe inoltre opportuno poter assicurare il reddito delle imprese ed una revisione complessiva del sistema pensionistico tale da considerare l’effettivo impegno lavorativo degli agricoltori”. All’interno di Confagricoltura il Sindacato Impresa familiare è il più rappresentativo, nonostante il trend di crescita costante registrato dalla società di capitali e rappresenta l’elemento di tradizione di un’agricoltura che, in ogni modo, non vuole rifuggire l’ammodernamento. “Molti agricoltori di oggi sono figli di agricoltori – ricorda Repetti –  è forse ancora uno dei pochi mestieri che si tramandano, ma sarebbe insensato pensare di esercitarlo come i nostri nonni. Anche in Emilia-Romagna le imprese agricole familiari sono cresciute per reddito e occupazione negli ultimi venti anni, investendo notevoli risorse in innovazione e sviluppo. Condividiamo pertanto la richiesta espressa dal presidente regionale di Confagricoltura, Guglielmo Garagnani,di inserire nel nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 misure di reale sostegno alle imprese agricole a conduzione familiare, promuovendo forme di aggregazione e reti di impresa che possano innescare circoli virtuosi e favorire integrazioni di filiera; creando le condizioni per un migliore accesso al credito; promuovendo servizi efficienti al sistema imprenditoriale (infrastrutture dei trasporti ma anche infrastrutture che trasportano conoscenze come la banda larga). E infine, riconoscendo alle stesse un insostituibile ruolo: quello di essere in prima linea, ogni giorno, nella salvaguardia e tutela del territorio. Oggi – conclude Repetti - le imprese familiari occupano in Italia oltre un terzo del territorio nazionale, oltre l’80% della superficie agricola utilizzata: la loro presenza è essenziale per la tenuta dell’assetto del territorio”.

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