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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Economia

«Abbiamo tutelato gli allevatori, i macellai e tutti gli operatori della zootecnia»

È il bilancio di fine anno tracciato da Giampaolo Maloberti, presidente del Consorzio La Carne Che Piace, una realtà rappresentativa della zootecnia piacentina che tra pochi mesi spegnerà quattro candeline sulla torta di compleanno

«Abbiamo tutelato gli allevatori, i macellai e tutti gli operatori della zootecnia in ogni campo: da quello istituzionale a quello economico, passando per un’ampia opera di sensibilizzazione attraverso i media». È il bilancio di fine anno tracciato da Giampaolo Maloberti, presidente del Consorzio La Carne Che Piace, una realtà rappresentativa della zootecnia piacentina che tra pochi mesi spegnerà quattro candeline sulla torta di compleanno. 

Il Consorzio La Carne Che Piace è nato il 15 maggio 2014 con l’intento di promuovere l'eccellenza delle carni bovine, suine ed equine della provincia di Piacenza. Oltre trenta le aziende di allevamento che hanno aderito, con la collaborazione di macellatori e macellai convenzionati. «L’obiettivo - ormai raggiunto - è di arrivare a una filiera che garantisca tutte le fasi: dall'allevamento alla commercializzazione, con la stella polare indiscussa della qualità», spiega Giampaolo Maloberti. 

Gli allevatori aderenti osservano un disciplinare di produzione, «per offrire ai consumatori un prodotto genuino sicuro e buono: dalla qualità degli alimenti per gli animali, alla macellazione, alla corretta frollatura della carne di almeno tre settimane». Negli ultimi 6 mesi di alimentazione degli animali vengono somministrati i semi di lino, che aumentano l’apporto di Omega 3 e di grassi buoni, ottimali per il sistema cardio-vascolare del consumatore finale, senza alterare il sapore della carne.

Poche settimane fa, il Consorzio La Carne Che Piace ha manifestato soddisfazione per l’operazione della Guardia di Finanza che ha portato al sequestro di 140 tonnellate di carne potenzialmente dannose per la salute da uno stabilimento di stoccaggio e trasformazione nella Bassa piacentina. Affidatevi ai piccoli produttori a chilometro zero - si leggeva nel comunicato -. Il sequestro è la prova di una filiera sicura, i cui controlli sono ferrei e capillari. Quest'ultimi, tuttavia, non devono diventare un inutile appesantimento burocratico. La carne piacentina rimane un marchio di qualità, una garanzia di salubrità ed efficienza nutrizionale. Non accettiamo che, quando si parla di carne, si spari nel mucchio senza distinzioni: ci sono in gioco il lavoro e la dignità di migliaia di famiglie.

Lo scorso 26 maggio Maloberti ha presenziato insieme ad altri soci al Crowne Plaza di Padova alla tavola rotonda che ha sancito, con la "carta di Padova", un cambio di passo degli attori della zootecnia bovina da carne in Italia, sottoscrivendo la richiesta precisa di un disegno di legge per rendere obbligatoria la tracciabilità delle carni bovine nella ristorazione.  Il 2017 del Consorzio è stato segnato anche dalla contrarietà «all’ultra-tassazione dei prodotti di origine animale», la condanna alla liberalizzazione dei novel food (tra cui gli insetti, tanto da diffondere una delibera “insetti-free” in ogni Comune della provincia), fino alle polemiche con «gli estremisti vegani che stanno minacciando le nostre tradizioni».

«Ci chiedono aiuto per contribuire a porre rimedio ai disastri provocati dalle specie selvatiche nei campi agricoli», conclude Maloberti. «Per il 2018 siamo pronti a intavolare un discorso che coinvolga il nostro Consorzio, assicurando serietà nelle fasi di macellazione, sezionatura e confezionamento della selvaggina abbattuta».

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