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Economia Monticelli d'Ongina

Aglio: buona la qualità, produzione nella media e mercato incerto

Aglio bianco piacentino: qualità molto buona, produzioni nella media (tra i 90 ed i 100 quintali ad ettaro), pezzatura un po’ inferiore causa siccità e caldo a giugno, anche se, paradossalmente, le temperature elevate hanno consentito di essiccare il prodotto in campo e poi collocarlo direttamente nei cassoni che saranno poi riposti nei capannoni refrigerati prima di essere collocati sul mercato che, fino a poco tempo fa, prevedeva prezzi in caduta libera, ma che ora sembrano riallinearsi alla media, grazie anche al fatto che le scorte sono praticamente esaurite.

Questo in sintesi il quadro delle operazioni di raccolta da poco concluse tratteggiato dal presidente di Copap (Coop produttori aglio piacentino) Francesco Rastelli,  presidente della Cooperativa di Monticelli. Rastelli, laurea in Economia e Commercio, è un imprenditore della zona di San Pietro in Cerro e produttore di Aglio Bianco Piacentino, cipolle, scalogno e altri prodotti orticoli. Ricopre anche la carica di coordinatore della sezione Aglio del Comitato nazionale Oi Organizzazione interprofessionale dell’Ortofrutta italiana ed è responsabile provinciale di Fedagri-Confcooperative Piacenza. 

«Fino a poche settimane fa eravamo seriamente preoccupati - ricorda Rastelli - con il rischio che parte del prodotto rimanesse nei campi, perché i costi energetici necessari per la conservazione del prodotto raccolto nei magazzini refrigerati, da cui poi viene lavorato per preparare le confezioni che troviamo sugli scaffali dei supermercati o nei negozi di prodotti alimentari, erano ormai divenuti insostenibili. Si tratta di aumenti per l’energia che superano il 300%, rendendo in questo modo non più economica una coltura che ha reso Copap (e di converso il territorio della Bassa piacentina) la capitale europea dell’aglio bianco».

«Pertanto - prosegue - i costi energetici (così per la coltivazione che già di per sé è onerosa in quanto molte operazioni vengono ancora effettuate a mano), rischiavano di far lievitare talmente le spese da rendere il prodotto “fuori mercato”, di fronte a ricavi e prospettive di mercato già caratterizzati da un netto calo della domanda e conseguente eccesso di offerta. Un rischio del resto accentuato dai commercianti che a questo punto nevralgico dell’anno, stavano proponendo acquisti a prezzi pressoché dimezzati, il tutto senza motivazioni supportate da realistiche previsioni di mercato, alimentate anche da notizie sia sui costi che sull’atteggiamento dei mercati sovente incontrollate e probabilmente solo speculative ma che poi, come sovente accade, penalizzano solo la parte agricola, anello purtroppo più debole dell’intera filiera. Abbiamo lanciato precisi segnali a tutto il mondo politico ed istituzionale chiedendo che gli aiuti del PNNR venissero in parte convogliati verso le aziende particolarmente “energivore”, come la nostra».

Francesco Rastelli-2«Noi nel frattempo - rammenta il presidente Copap - abbiamo cercato di realizzare sempre più economie di scala ed efficientamenti nelle lavorazioni e nelle operazioni colturali ed energetici, non da ultimo un impianto fotovoltaico di ultima generazione da 150 Kw che è entrato (quasi) completamente in funzione proprio in questi giorni e che concorrerà a ridurre i costi energetici, a pieno regime, almeno del 40%, sempre nell’ottica di una sostenibilità che deve coinvolgere tutta la filiera. Ma anche questo impianto andrà ampliato. Noi abbiamo 9 celle frigo dove sono conservati circa 24mila quintali tra aglio, scalogno e cipolle che poi vengono lavorati e venduti con il marchio Copap. Altri commercianti non hanno le spese rilevanti di energia come le nostre, perché le quantità conservate sono sicuramente minori. E’ anche per questo che sicuramente ci sarà un aumento dei prezzi che la Grande Distribuzione deve comprendere ed in effetti ha proprio recentemente in parte riconosciuto, così come auspichiamo che lo comprenda il consumatore che acquista un prodotto di qualità superiore controllato in tutta la filiera».

Rastelli ricorda che il sistema Ensa (ente nazionale sementi elette), con i suoi accurati controlli «ha consentito di mantenere il nostro prodotto sano ed in purezza, con prerogative organolettiche che il consumatore sa riconoscere ed apprezzare. Certo forse è meno produttivo ad ettaro, ma la qualità è ottima; del resto la produzione nazionale copre solo il 50% del fabbisogno; il resto proviene dalla Spagna che ha dalla sua un prezzo più concorrenziale, ma anche regole produttive assai diverse e meno vincolanti. Un esempio? Il nostro prodotto, per residui e controlli fa capo a tre Ministeri: Salute, Ambiente ed Agricoltura; negli altri paesi solo a quest’ultimo Ministero! Ecco perché è giusto e doveroso che vengano riconosciuti ai produttori locali questi valori. Sta poi anche a noi far capire alla DGO ed ai consumatori queste prerogative di unicità».

E non demorde la ricerca per un aglio di sempre maggior qualità e salubrità: «è ormai in dirittura d’arrivo - sottolinea Rastelli - dopo la sperimentazione in serra ed in campo, la ricerca per ottenere un aglio da seme “micropellicolato” resistente alla batteriosi, un progetto riconfermato dal “Goi” (gruppi innovativi innovazione) della Regione che abbiamo studiato in stretta sinergia con la Facoltà d’Agraria, con il gruppo coordinato dalla prof. Battilani. I cambiamenti climatici ci hanno obbligato a continui aggiornamenti nelle strategie di difesa in particolare per la lotta alla fusariosi che attacca l’apparato radicale. Ma siamo anche a buon punto- ricorda ancora il presidente Rastelli- per ottenere il riconoscimento della Dop perché c’è ora una comune volontà di tutta la filiera per questo prestigioso riconoscimento».

Note molto buone per lo scalogno, di qualità superiore e ricco in allicina, con bulbi ben conformati e che ha fornito buone rese in campo. “Il problema è però il prezzo che, nelle trattative iniziali, ha fatto emergere diminuzioni fino al 40%, anche se ora la situazione sembra ridimensionarsi, ma il mercato potenzialmente sembra ben recettivo per questo straordinario prodotto che però ha costi notevoli per noi produttori se vogliamo conservarne le prerogative di qualità storicamente riconosciute». Infine le cipolle: il prodotto si presenta sano, senza attacchi di tripidi, ma la raccolta è appena iniziata e bisogna porre la massima attenzione alle temperature in campo ed ai momenti della raccolta. Ma per i dati produttivi ed il mercato adesso è prematuro fornire delle indicazioni.

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